"Bilancio di genere strumento strategico" La sfida del ministro

Elena Bonetti ospite del convegno a Palazzo Vecchio "Una società più giusta ha, insieme, il volto di donne e uomini"

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"Una società più giusta e inclusiva ha, insieme, il volto delle donne e degli uomini. In questo contesto lo strumento del bilancio di genere è strategico, permette di poter raccontare la storia del proprio divenire attraverso una diversità di prospettiva e punti di vista". È la sfida lanciata dal ministro per le pari opportunità Elena Bonetti che ha voluto mandare il proprio messaggio in occasione del convegno, a Palazzo Vecchio, dal titolo "La dimensione di genere tra bilanci e gender gap. Esperienze e tecniche di misurazione a confronto".

Una giornata di confronto, organizzata dalla Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali e immigrazione del Comune presieduta da Donata Bianchi, insieme a Città Metropolitana, Conferenza degli ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili della Toscana e in collaborazione con la Commissione regionale Pari opportunità della Toscana. E se da un lato Bonetti ha ricordato che il Governo è sulla strada giusta, dall’altro lato la sottosegretaria a lavoro e politiche sociali Tiziana Nisini ha sottolineato che "troppo spesso il tema della parità di genere è considerato marginale". Su questo il bilancio di genere può essere strategico. E sia Regione che Comune non stanno a guardare. Proprio l’assessore al bilancio di Palazzo Vecchio Federico Gianassi ha ricordato che "il Comune ha formalmente approvato l’impegno ad adottare il bilancio di genere. Con l’ok del Consiglio comunale al bilancio di previsione possiamo iniziare questo percorso pubblico e trasparente: noi confidiamo di poter mettere a disposizione nelle prossime settimane la prima documentazione relativa al bilancio di genere".

Un impegno concreto, non a parole, ma con i fatti. "La questione di genere – ha precisato l’assessore a diritti e pari opportunità Benedetta Albanese – è di fatto ancora oggi una questione femminile. Noi la chiamiamo questione di genere perché è più politicamente corretto, abbraccia diverse situazioni ma è una questione femminile sulla quale dobbiamo indagare. E ci dobbiamo interrogare rispetto alle possibilità concrete che offriamo agli enti locali". Assunzione di responsabilità e presa di coscienza: così si può fare un deciso cambio di passo per far sì che il bilancio di genere sia un punto di partenza di strategie in grado di guardare a tutto tondo. "E’ una sfida che non possiamo perdere" hanno concluso Bonetti e Nisini.

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