Bibe piange il suo patron Addio al ’bancario’ Andrea

È morto a 71 anni Baudone, lo storico titolare della trattoria delle Bagnese. Il calcio in Serie B, la brillante carriera alla Comit e il grande amore per il suo locale

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di Carlo Casini

FIRENZE

Se ne è andato Andrea Baudone, storico titolare della trattoria Bibe delle Bagnese.

È scomparso domenica, a 71 anni, dopo due di lotta contro una malattia che non gli ha lasciato scampo. Una vita consacrata al suo locale, ma anche alla passione per il pallone. Baudone da giovane fu infatti una promessa del calcio: arrivò a giocare nella Serie B del Prato, e aveva militato anche in Galluzzo, Staggia, Castellina, Figline. Nella sua età adulta, invece si è dedicato a una brillante carriera bancaria, dedicandosi nel tempo libero all’attività di famiglia:

"È stato 35 anni alla Banca commerciale italiana Comit, portando avanti i due lavori insieme – racconta commosso il figlio Matteo, sesta generazione alla guida di Bibe –Usciva dalla banca e veniva al ristorante, che era gestito dai miei nonni. Poi, quando è andato in pensione, si è dedicato al cento per cento con noi alla trattoria".

Andrea era il nipote di quel nonno Paradiso, detto Bibe, con cui è stata ribattezzata questa la trattoria posta in quella stretta suggestiva vallata che qui forma la Greve.

Qui era cliente anche il poeta Eugenio Montale, che nei suoi decenni trascorsi a Firenze amava recarsi in quell’osteria casalinga:

“Bibe, ospite lieve,

La bruna tua reginetta di Saba (Liliana, la figlia di Bibe, ndr)

Mesce sorrisi e Rufina di quattordici gradi.

Si vede in basso rilucere la terra

Fra gli aceri radi

E un bimbo curva la canna

Sul gomito della Greve”

Scrisse il letterato nel 1937. Quella cucina genuina e il vino di Bibe (che in latino significa proprio bevi), quel panorama unico tra le prime colline fiorentine, erano un sollievo nei tormentati e struggenti anni del duplice rapporto amoroso con Irma Brandeis e Drusilla Tanzi.

La trattoria era tuttavia ben più antica: la tradizione orale racconta che fu fondata due secoli fa, da un precedente avo, uno dei pochissimi soldati reduci della sconfitta di Napoleone in Russia. Tuttavia le prime tracce documentali che certificano ufficialmente l’appartenenza alla famiglia risalgono a mezzo secolo dopo: una vecchia polizza assicurativa stipulata nel 1872 da Assuntina Scarselli, nonna di Bibe. Liliana si sposò con Fulvio e insieme presero le redini della trattoria. Insegnarono il mestiere e affiancarono il figlio Andrea fino al 2010.

Se la generazione di Paradiso ebbe Montale tra i clienti, anche quella di Andrea ebbe il piacere di vedere tra i propri affezionati alcuni dei più eminenti intellettuali fiorentini: tra questi il poeta Mario Luzi e il pittore Pietro Annigoni, talmente affascinato da questo casolare immerso in quella valle selvaggia tra Scandicci e il Galluzzo, che lo volle ritrarre in un quadro durante una forte nevicata degli anni ‘60.

Adesso il testimone della trattoria del Ponte all’Asse passa al figlio Matteo, che vuole mantenere intatta quella tradizione di ospitalità tramandata per due secoli di padre in figlio. I funerali si terranno stamattina, martedì 14 giugno, alle 9,30 alla chiesa dei Santi Giuseppe e Lucia al Galluzzo. Andrea ha lasciato la volontà, per coloro che volessero fare un’opera in suo ricordo, di offrire un aiuto all’Associazione tumori Toscana.

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