Autovelox di viale Etruria, beffa per 90mila

Boom di fiorentini multati, ma per la Cassazione la macchinetta lì è illegittima e ora rimette tutto in gioco

L'autovelox di Viale Etruria (New Press Photo)

L'autovelox di Viale Etruria (New Press Photo)

Firenze, 23 giugno 2019 - Con la ceralacca messa dalla Cassazione sulla novella dello stento del contestatissimo autovelox di viale Etruria si aprono ora scenari tutti da decifrare. Per la Suprema Corte infatti la macchinetta è collocata in un un’arteria che non ha le caratteristiche per essere considerata strada urbana di scorrimento. Cosa succederà dunque adesso? L’autovelox verrà rimosso? E i cittadini multati? Bocche cucite, per ora, da Palazzo Vecchio. La Prefettura, invece, fa sapere che «attende di leggere la sentenza prima di prendere qualsiasi iniziativa». Nei mesi scorsi fu proprio la Prefettura a bacchettare il Comune sul posizionamento degli apparecchi e la conformità alle direttive.

La Prefettura, cercando risposte definitive su parametri e modalità di classificazione delle strade extraurbane secondarie, e urbane di scorrimento in base alle loro caratteristiche strutturali ( da essa dipende appunto l’installazione coerente degli autovelox) aveva inviato una lettera a Palazzo Vecchio. In un summit si cercò di tirare le fila con tecnici, assessori e municipale. Emerse così la tesi del Comune: le sistemazioni degli attuali autovelox, mirati alla sicurezza stradale e non alle sanzioni, fanno seguito a un gruppo di lavoro misto, fra Palazzo Vecchio e Prefettura del 2012 e che solo dopo uno specifico decreto prefettizio sono poi stati confermati su strada.

Palazzo Vecchio diede piena disponibilità a ricostituire la task force tecnica per rivalutare tutto alla luce delle nuove disposizioni del Ministero dell’Interno del 2017 rimarcando il fatto che i ricorsi fatti a Firenze sono inferiori all’1% rispetto alle multe fatte (oltre 130mila l’anno). Nel caso specifico di viale Etruria nell’ultimo anno erano stati inoltrati 48 ricorsi. 41 li aveva vinti il Comune, 7 gli automobilisti. Ma adesso cosa succederà? Per capire le proporzioni del fenomeno bastano alcuni numeri: nel 2018 gli autovelox cittadini fruttarono alle casse del Comune 17 milioni di euro. Furono in totale 151.592 le sanzioni elevate. L’autovelox in uscita città fu il re con 48.841. Sul secondo posto del podio il ‘gemello’ dall’altra parte della strada (41.820). Ci sono ora i ricorsi pendenti e soprattutto l’incognita di quanti ne potrebbero piovere sulle scrivanie dei giudici. La Cassazione, d’altronde, è stata lapidaria analizzando le caratteristiche del viale Etruria. La banchina, esterna alla carreggiata «destinata a pedoni o a sosta di emergenza» dev’essere adeguata e non improvvisata. Dev’essere poi «libera da ingombri destinata anche a manovre brevi e saltuarie e di larghezza tale da consentire» tutto questo «tenuto conto che la strada urbana di scorrimento è caratterizzata da un intenso flusso di veicoli». E invece, come spiegato ieri, «una banchina di ridottissima larghezza come quella sul viale Etruria non può considerarsi idonea a svolgere le funzioni» altrimenti «viene meno un elemento essenziale per la qualificazione d’una strada urbana come ‘strada di scorrimento’».

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