Aule chiuse, lezioni in strada: sale la protesta

Auricolari e collegamenti via web anche davanti al liceo Michelangelo e al Machiavelli-Capponi: "Vogliamo tornare in classe"

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Il cattivo tempo non le ha fermate. Pur di ribadire la loro contrarietà alla Dad e chiedere la riapertura delle scuole, hanno sfidato la pioggia ed il vento. È ormai un sentito appuntamento settimanale quello con "School for Future", la protesta del comitato Priorità alla scuola per non abbassare la guardia sull’emergenza.

Le prime a studiare fuori da casa sono state due ragazzine della secondaria di primo grado Calvino, alle Cure. Eccole in piedi, sotto l’ombrello, con lo smartphone in mano e gli auricolari nelle orecchie per seguire le lezioni via Meet. Tre le ragazze fuori dal liceo classico Michelangelo. Una di loro ha portato il pc ed è concentratissima nel seguire la didattica a distanza. Due amiche sono invece del liceo Machiavelli-Capponi.

Frequenta la prima Bianca Megale: "La Dad non è scuola. Mi mancano tantissimo i compagni e poi non è semplice seguire. Si fa molta fatica per ottenere risultati decisamente peggiore. Io, anzi, sono fortunata perchè la mia scuola mi assicura le 36 ore settimanali previste, anche se le lezioni sono di 45 minuti". È invece in seconda liceo Teresa Livi: "Speriamo tanto di ritornare in classe dal 4 dicembre. Sembra incredibile, ma con tutto quel che è successo conosco ancora pochissimo i miei compagni".

I ragazzi sono ormai diventati bravissimi a far tutto a distanza: compiti in classe con la webcam rigorosamente sempre accesa e versioni di latino e greco al pc, utilizzando i vocabolari digitali. "Io auspico un ritorno all’analogico perchè questi giovani non sanno più che cosa voglia dire scrivere a mano - osserva Diana Palomba, che ha una figlia in seconda scientifico -. Non parliamo poi della mancanza di rapporto umano". Anche Ludovico Arte, dirigente dell’Itt Marco Polo, guarda con "simpatia" a questo "movimento pacifico per richiedere la riapertura delle scuole appena possibile". "Nelle riunioni, sia gli psicologi che i genitori mettono in risalto il malessere dei ragazzi di fronte a questa scuola che non c’è", aggiunge.

"Chiediamo che allo scadere del 3 dicembre - dice Costanza Margiotta del comitato Priorità alla scuola, - siano potenziati il trasporto pubblico ed il sistema dei tamponi e dei tracciamenti". Barbara Burroni ha il figlio in Dad da quasi un mese: "Ha 16 anni ed inizia a sentire il peso di questa situazione. Non mancano poi i problemi di connessione".

Elettra Gullè

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