Astori, la super perizia è la spinta dell'indagine

Potrebbero essere individuate specifiche responsabilità mediche

Davide Astori

Davide Astori

Firenze, 10 dicembre 2018 - Non ci fu l’archiviazione del fascicolo per omicidio colposo aperto dalla procura di Udine per la morte del capitano della Fiorentina Davide Astori. L’invio degli atti alla procura di Firenze è stato il primo indizio: per questa storia amara, ambientata nel mondo dorato del pallone ma che ha fatto commuovere anche chi non ha mai messo piede in uno stadio, è troppo presto per scrivere la parola fine.

Una questione di cuore. Mentre una folla tinta di viola salutava in Santa Croce il capitano della Fiorentina e il calciatore della Nazionale, uno dei massimi specialisti della materia, Gaetano Thiene, professore emerito di Anatomia patologica all’università di Padova, assieme al collega Carlo Moreschi, professore di medicina legale all’università di Udine, analizzarono l’organo che all’improvviso, in quel corpo di campione, si era inceppato. E fiutarono che qualcosa non andava. Ai due luminari, il procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo aveva però chiesto di capire «soltanto» come fosse morto il 31enne di San Pellegrino Terme, Bergamo.

La malattia che sorprese il calciatore della Fiorentina nella camera dell’hotel «La di Moret», poche ore prima di scendere in campo a Udine, si chiama cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. E’ stata lei, a causare la fibrillazione ventricolare che ha provocato l’arresto del cuore del difensore. Ma le carte hanno detto anche altro. Agli atti, c’è tutta la storia medico-sportiva del calciatore. Anche gli esami sotto sforzo effettuati per ottenere l’idoneità sportiva. Ma la procura di Firenze è voluta andare oltre le deduzioni della perizia Thiene-Moreschi.

Ha incaricato un altro superconsulente, il professor Domenico Corrado, al quale è stata chiesto di andare ancora più in profondità: di leggere, con il suo occhio esperto, se i tanti tracciati che descrivono il cuore di Astori, a riposo e sotto sforzo, potessero suggerire che ci fosse qualche anomalia. E in caso di risposta affermativa, come e da chi avrebbe potuto essere notata. Dal 30 ottobre, quelle risposte sono state consegnate. A nove mesi dalla tragedia di Udine, i magistrati fiorentini Giuseppe Creazzo e Antonino Nastasi indagano ancora. In silenzio, nonostante l’attenzione mediatica su questa vicenda.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro