Astensionismo Il rischio da combattere

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Cosimo

Ceccuti

Parlando delle imminenti elezioni alcuni mi hanno chiesto: "Perché dovrei andare a votare?". Comprendo il loro dubbio. La situazione che stiamo vivendo non piace a nessuno. I partiti dei diversi schieramenti, alternatisi nel corso della cosiddetta "seconda Repubblica" alla guida del Governo, non sono stati capaci di arginare la dilagante crisi economica, sociale, politica, culturale cui sta andando incontro il nostro Paese e l’intera Europa. Il crescente numero delle astensioni, nei successivi appuntamenti elettorali, dimostra la disaffezione della gente, del "popolo sovrano", alla politica. Tutti i sondaggi per le elezioni di domenica prossima confermano la preoccupante scelta di tanti potenziali votanti di non recarsi alle urne, bocciando il deludente atteggiamento dei partiti. Aggiungiamo gli effetti negativi dell’attuale metodo elettorale: escludendo le preferenze, toglie ogni possibilità di influenza dell’elettore nella selezione dei componenti della nuova Assemblea. Il rifiuto quale reazione conseguente. È stato sempre così nella storia, e la nostra città non fa eccezione. Clamoroso ad esempio fu l’assenteismo nelle prime elezioni di Firenze capitale, allorché i fiorentini – era l’ottobre del 1865 – punirono i presunti "responsabili" del malaugurato trasferimento di Ministri e burocrati da Torino a Firenze, Bettino Ricasoli e Ubaldino Peruzzi: poco più del 40% degli iscritti esercitarono il diritto di voto, costringendo i due leader all’umiliante ballottaggio.

Controprova è la forte partecipazione dell’elettore che sente di avere un peso col proprio voto, motivato dunque nell’effettuare una scelta.

Tali furono le elezioni del 1948 nell’Italia sospesa fra mondo occidentale e sfera stalinista: 92,2% furono i votanti nell’intero Paese, 94,7% in Toscana. Richiamo altresì l’attenzione sul voto per il Referendum istituzionale e per la Costituente, due anni prima, dove fu sfiorato il 90% di partecipanti. Si usciva da venti anni di dittatura; per la prima volta votavano le donne. Ecco perché comunque si deve andare a votare,: per ribadire un fondamentale diritto faticosamente conquistato e garantire il sistema democratico, mai acquisito in via definitiva. Ricordiamo il monito di Niccolò Machiavelli: "Il popolo, per conservare la Repubblica, deve tenerci le mani sopra".

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