Asporto e delivery, strategia anticrisi

Marinoni (Confcommercio): "In arrivo l’ordinanza della Regione che ha recepito le difficoltà del settore che rischiano di protrarsi a lungo"

Sì della Regione all'asporto

Sì della Regione all'asporto

La Regione Toscana dovrebbe emanare a breve, forse già da oggi, un’ordinanza che autorizza la vendita per asporto nei pubblici esercizi. Lo anticipa il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni: "Durante un incontro pubblico in videoconferenza, il presidente Enrico Rossi ci ha rassicurato confermando di aver compreso le ragioni della nostra associazione. In tempi di Covid-19 il take away in ristoranti, pizzerie e pasticcerie è un servizio irrinunciabile, sicuro per la salute e utile sia ai consumatori sia agli imprenditori, che devono prepararsi a trovare nuove strade per stare sul mercato. Con questa ordinanza, oltre tutto, la Regione Toscana finalmente farebbe rientrare la concorrenza nell’alveo della correttezza. E’ inaccettabile che si possa acquistare un piatto pronto al supermercato e non si possano prendere gli stessi prodotti dal ristorante o dalla pasticceria sotto casa, ordinandoli telefonicamente e arrivando al locale solo per ritirarli e pagarli". Per Marinoni, "anche dopo la fine di questa prima fase di lock down nulla potrà più essere come prima. Per molti locali non sarà facile, anche per limiti strutturali, riallestire i propri spazi adattandoli alle nuove regole di distanziamento sociale, così la vendita per asporto e la consegna a domicilio saranno due strategie sempre più usate per continuare a fare il proprio lavoro".

In attesa dell’ordinanza, diversi imprenditori si sono organizzati con le consegne a domicilio. Il coronavirus, infatti, ha abbassato le saracinesche ma non ha spento le cucine e nemmeno i forni. Ciò significa che è possibile ordinare il proprio pranzo o la propria cena sulle piattaforme di food delivery dai ristoranti aderenti. Ma c’è anche chi decide di fare da sé per evitare un supplemento sul prezzo.

A dare mano forte ai piccoli imprenditori, i social, indispensabili a tutti coloro che stanno cercando di reinventare la propria attività, e WhattsApp, uno dei mezzi più veloci per comunicare l’offerta. E’ su queste piattaforme che il tam tam funziona e le iniziative si diffondono. "Se ancora non puoi venire da noi.... Saremo noi a venire da te" si legge sulle pagine social del ristorante giapponese Kome di via dei Benci. "Abbiamo cercato di accontentare i nostri clienti" spiega il titolare Aldo Cursano. A Firenze da casa si può ordinare di tutto: dalla bistecca alla pizza fino al sushi e al prosecco da far arrivare direttamente a domicilio. "Non abbiamo cominciato subito ma in un secondo momento, ce lo hanno chiesto in tanti" racconta Alessandro Soltani, titolare del Caffè Sant’Ambrogio. Lui, fa arrivare i suoi vini direttamente a domicilio. Ma si possono ordinare anche trippa, lampredotto e piatti della tradizione. Come per esempio all’Osteria del Calciante di Borgo Allegri: "Noi non apriremo fino a quando i nostri clienti non potranno fruire liberamente del locale – conclude il titolare Alessandro Pagliazzi -. Ecco perché ci siamo organizzati col servizio della cena a domicilio".

Rossella Conte

 

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