Artigiani, moria di imprese "Dalla politica solo toppe"

Sistema economico precario, la dura accusa del presidente Cna Giacomo Cioni: "L’incertezza genera paura, basta con gli annunci e la logica da burocrati"

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A 8 mesi dal lockdown, il sistema economico fiorentino continua a resistere, ma, secondo le stime di settore, si tratta di un punto di non ritorno. C’è stabilità nel numero d’imprese, ma la situazione è peggiore della media nazionale e di nuove imprese non ne nascono più. "Un’economia in forte sofferenza che non è sostenuta come meriterebbe – spiega Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana -. Le imprese non possono passare da un provvedimento d’urgenza al successivo. L’incertezza, già poco comprensibile a marzo, genera paura e, quando perdura, rabbia. Lo stiamo vedendo sempre più con la crescita dei disordini sociali, anche qua, a Firenze".

L’associazione, che non ama scendere in piazza per dare una valvola di sfogo al malcontento, ma preferisce risolvere con trattative serrate con il livello politico si scontra però con una classe politica che definisce "poco preparata".

"La politica – dice ancora Cioni – deve programmare, agire, non reagire. Le imprese hanno bisogno di orizzonti temporali più ampi, di una programmazione almeno semestrale, non di annunci oggi validi da domani. Eppure anche gli ultimi decreti sono solo pezze, per altro mal messe. Così, diventa difficile trattenere il disordine". Un esempio? Il decreto Ristori che "ristora sì, ma con una logica da burocrate che esclude incomprensibilmente intere filiere. Dove sono le lavanderie che lavorano solo con ristoranti, o gli impiantisti, i fotografi, le imprese di pulizie che lavorano solo per gli enti fieristici, gli artigiani che partecipano a fiere e mercati, tutto il comparto della comunicazione web specializzata, solo per fare qualche esempio".

E poi, ci sono le tasse, da tornare a pagare alla fine del 2021 e la cassa integrazione. C’è quella rabbia che cerca di limitare tra i suoi associati nelle parole di Cioni: "Stiamo ancora aspettando quella di luglio, agosto, settembre e fra poche ore anche ottobre. Il governo deve versare immediatamente quanto dovuto per il pagamento nelle casse di Ebret. L’artigianato non licenzia, ma gli imprenditori già hanno difficoltà nel pagare la quota di stipendio di loro competenza, figurarsi anticipare quella dello Stato". E ancora aiuti per gli affitti da giugno a dicembre e rinegoziazione dei mutui. A gennaio scadranno le moratorie: non occorre rinviare la scadenza, ma che Governo, ABI e Consorzi Fidi si coordinino per definire l’unica azione utile alle imprese: la rinegoziazione di tutti i mutui per diminuire la rata mensile, allungando la vita del mutuo. È tutto questo che le imprese attendono.

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