Architetti: "Regione destini terreni incolti a produzione materiali per bioedilizia"

Canapa, bambù, paglia, riso, funghi per ottenere pannelli per l’isolamento termico, elementi di arredo, bioplastiche, oggetti di design, resine, tessuti e pitture. La proposta dell'Ordine degli Architetti di Firenze

L'architetto Egidio Raimondi  (foto tratta da pagina personale FB)

L'architetto Egidio Raimondi (foto tratta da pagina personale FB)

Firenze, 21 aprile 2021 - Recupero di scarti e coltivazioni ad hoc su terreni non destinati alla produzione di derrate alimentari per produrre  pannelli da isolamento termico, elementi di arredo, bioplastiche, oggetti di design, resine, tessuti e pitture. Il tutto nell'ottica della sostenibilità, del riciclo, e dell'economia circolare. E' la proposta dell'Odine degli architetti alla Regione Toscana. 

"La ricerca che l’Ordine Architetti PPC di Firenze sta conducendo dal 2016 riguarda la possibilità di attivare filiere locali per la produzione di materiali destinati all’edilizia del futuro, ricavandoli da coltivazioni no-food e da recupero degli scarti agroalimentari" racconta l'architetto Egidio Raimondi.

Di cosa si tratta?

Parliamo della coltivazione di materie prime da destinare all’edilizia riguarda la canapa, il bambù, alcune specie legnose, la paglia, il riso, i funghi. E del recupero degli scarti agroalimentari riguarda la quasi totalità degli ortaggi, dei cereali, della frutta: dalla barbabietola alle mele, dal carciofo al mais, dal riso al micelio, dalle vinacce al caffe'. Da tutto questo possiamo ottenere materiali sostenibili per la bioedilizia.

Quali?

 Ad esempio pannelli per l’isolamento termico, elementi di arredo, bioplastiche, oggetti di design e suppellettili, resine bio-based per stampa 3d, tessuti, pitture e finiture, rivestimenti superficiali e tante altri.

Perché la Regione dovrebbe essere interessata?

Riteniamo che le politiche agricole regionali possano cogliere le opportunità che la ricerca mette in luce per creare nuove filiere produttive, che possano integrare quelle agricole esistenti ed allargare il campo a nuova imprenditoria agricola, accogliendo i principi dell’economia circolare e della sostenibilità, in ottica di valorizzazione, miglioramento e valorizzazione ambientale, economica e sociale.

Qual è la vostra proposta?

Sin dal 2016 proponemmo alla Regione un decalogo, per molti versi ancora attuale e per altri da attualizzare, a sostegno della proposta di creare un tavolo di lavoro regionale che veda al centro l’assessorato all’ambiente e all’economia circolare, come coordinatore generale, e coinvolga gli assessorati del governo del territorio, delle attività produttive e dell’agricoltura, e tutti gli esperti esterni e portatori di interesse, dai ricercatori alle aziende innovative, dagli ordini professionali alle associazioni di categoria, dall’associazionismo ecologista agli organi di stampa e comunicazione…per elaborare strategie di pianificazione, sviluppo e incentivazione da integrare nelle politiche europee anche attraverso il recovery plan.

 

 

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