'Solliccianino', appello dei detenuti: "Non portateci via la direttrice"

Petizione di solidarietà con Margherita Michelini che dirige il carcere a custodia attenuata "Mario Gozzini"

Un carcere (New Press Photo)

Un carcere (New Press Photo)

Firenze, 15 ottobre 2018 - Ad animare il lavoro di Margherita Michelini, direttrice della Casa circondariale a custodia attenuata "Mario Gozzini" (il carcere che i fiorentini chiamano "Solliccianino"), è la convinzione, ripetuta in ogni occasione pubblica, che occorra guardare le persone al di là dei loro reati. Forse anche per questo suo impegno per rendere un carcere un luogo per l'effettivo reinserimento delle persone, al diffondersi delle voci circa un suo trasferimento, all'interno di "Solliccianino" (realtà molto diversa da quella difficile e problematica di Sollicciano) è partita una petizione, firmata dai circa 75 detenuti (più o meno tutti quelli delle sezioni ordinarie)  per chiedere all'amministrazione penitenziaria di fare marcia indietro. 

In realtà, non ci sono ancora comunicazioni ufficiali e la stessa Michelini preferisce non commentare, ma secondo "radio carcere" (il tam tam interno al sistema carcerario) la decisione (definita "improvvisa e inopinata" nella petizione) sarebbe stata già presa.

Nel loro appello  i detenuti sottolineano che Michelini (che per motivi di salute non può essere trasferita in altre città) "ha instaurato nell'istituto un clima improntato a forte caratura empatica ponendo sul terreno pratico il buonsenso oltre la norma". I detenuti rimarcano "l'impegno, l'autorevolezza e le sensibilità" della direttrice, la cui esperienza viene definita  "una risorsa straordinaria".

Infine, l'auspicio "che il sussurrato provvedimento possa rientrare e che il clima di serenità e collaborazione possa continuare a Solliccianino".

 

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