Appartamenti vip all’ex Manifattura Novoli batte il centro delle meraviglie

L’area Unesco ha perso negli anni svaghi e servizi che hanno traslocato verso nord. E il mercato è cambiato

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di Emanuele Baldi

Qualche migliaio di euro al metro quadro con un piede e mezzo a Novoli sono – al netto delle delizie di designi e degli efficientamenti più sofisticati – la conclusione di un percorso piuttosto chiaro che è iniziato trent’anni fa per cristallizzarsi solo oggi.

E cioè l’incedere, prima istituzionale e poi sociale, per sottrazione di residenza e servizi dal centro storico e per addizione degli stessi in periferia (e in particolare nel quadrantone nord-ovest della città diventato negli anni una sorta di Firenze 2).

Di fatto anche soltanto lontanamente immaginare, senza troppe consulenze immobiliari, prezzi simili fuori dalle vie nobilissime del centro storico e lontani da San Domenico o dal Pian dei Giullari sarebbe stato fino a qualche tempo fa un esercizio surreale. Oggi invece, con un concetto di città non diciamo stravolto, ma perlomeno capovolto succede che comprare casa in piazza Puccini possa costare molto più che farlo in via Masaccio.

I motivi? Alcuni sono palesi, altri solo intuibili. Nel centro storico della città fino agli anni ’80 c’erano una ventina di sale cinematografiche (qualche nome qua e là... l’Ariston, l’Eolo, l’Apollo, il Supercinema, l’Astra, l’Excelsior) mentre oggi ne sopravvivono giusto un paio. In quegli anni c’erano anche i cinema rionali ma per vedere un film sul grande schermo dalla periferia toccava salire in macchina mentre ora a Novoli, così come all’Isolotto, ci sono multisala modernissimi con poltrone da sprofondarci dentro. Fino al 1988 poi, il centro era aperto a tutte le auto. Ora possono entrare solo i residenti e qualche autorizzato.

E sempre al tempo sotto casa – perfino in quella Santa Croce diventata oggi un dedalo alcolico di mini-market e spacci di schiacciatine – c’erano, pensate un po’, il fornaio, l’ortolano il sarto e il parrucchiere. Un centro storico a misura di fiorentino che adesso di fatto – al netto di promesse e slogan – è stato polverizzato dalla rendita e dalle bistecche ’low cost’ con i prezzi vergati con il gesso sulle lavagnette. Al Gignoro invece, come all’Isolotto o in viale Guidoni, i servizi sono puntuali e quotidiani. Fuori dalle ’antiche mura’ c’è la tramvia che scorrazza da un capo all’altro di (per ora) mezza Firenze. Ci sono i supermercati, i negozi di moda. C’è il tribuale, c’è l’università, ci sono palestre multipiano. Tutto o quasi insomma. E allora eccola spiegata la periferia-mania.

Infine un sospetto: i luoghi di aggregazione scarseggiano sempre di più (avete notato quanti locali notturni stanno abbassando la saracinesca?) e all’uscita spesso si preferiscono il divano e le serie Tv. Quindi meglio avere un appartamento con tutti i confort piuttosto che stare in un palazzo umido del centro. E pazienza se dalla finestra non si vede più il cupolone.

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