Avifauna urbana, ecco tutti gli atlanti

In Italia sono 61. Il primo fu realizzato a Firenze nel 1990, l’ultimo nel 2019 a Pisa

Picchio rosso

Picchio rosso

Firenze, 17 febbraio 2020 - L’Italia è il paese che in Europa, e nel mondo, ha realizzato il maggior numero di atlanti ornitologici urbani. Il primo fu realizzato a Firenze nel 1990, l’ultimo nl 2019 a Pisa. Oggi in Italia gli atlanti ornitologici urbani raggiungono quota 61 e in Europa 122: un elenco completo e aggiornato delle mappe dove vivono e si riproducono gli uccelli in città è pubblicato dalla LipuBirdLife Italia in un volume dal titolo Urban bird atlases in Europe, atti della tavola rotonda realizzata a Napoli lo scorso 27 settembre nell’ambito del 20esimo Convegno italiano di ornitologia (Cio).

In Italia sono 41 le aree coinvolte, tra cui Torino, Genova, Milano, Venezia, Pisa, Roma, Napoli e Cagliari, mentre Firenze è la prima città ad avere tre edizioni pubblicate, con una quarta in corso di realizzazione. La presenza di atlanti ornitologici, fanno sapere dalla Lipu (Lega italiana protezione uccelli), è molto diffusa anche in Europa, con 15 Stati e 89 città coinvolte, da Barcellona a Parigi, da Vienna a Bruxelles, da Londra (suo il primo atlante europeo del 1977) a Praga, Berlino e Varsavia, da Amsterdam fino a Mosca.

A livello generale, al consolidamento di specie presenti da tempo nei centri storici come piccioni, rondoni, merli e storni si affiancano due tendenze: una positiva, che vede una netta espansione del colombaccio, l’altra negativa che riguarda i passeri (passera europea e passera d’Italia), le cui popolazioni, in media negli ultimi 10 anni, si sono dimezzate. Tra le specie in aumento, fanno sapere sempre dalla Lipu, troviamo falco pellegrino, gheppio, gabbiano reale, picchio verde, picchio rosso maggiore e codirosso comune. Tra le specie che invece soffrono di più i cambiamenti dell’habitat troviamo, nelle zone più periferiche ai confini tra città e campagne, l’allodola, il saltimpalo e il beccamoschino, mentre anche la rarefazione di verdone e cardellino ci svela un eccessivo consumo di suolo.

Infine, la distruzione della vegetazione ripariale nelle zone umide e lungo i corsi d’acqua fa sì che usignoli di fiume e cannaiole siano sempre più rari. In particolare, le specie che nidificano negli habitat incolti (terreni con erbe spontanee, cespuglieti, siepi), sono molto utili per monitorare le dinamiche di trasformazione urbana e di consumo del suolo. A tal fine ne sono state identificate sette: l’usignolo, il saltimpalo, l’usignolo di fiume, il beccamoschino, il canapino comune, l’averla piccola e il cardellino. E proprio nell’Atlante realizzato a Pisa l’anno scorso queste specie sono diminuite del 35% negli ultimi 20 anni e del 41% nell’area urbana di Livorno, a conferma di habitat sempre più compromessi dal consu

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