"Da Firenze un segno di speranza. Serve la politica. E la preghiera"

Intervista all’ambasciatore di Israele a Roma, Dror Eydar, intervenuto per i convegni sul Mediterraneo

Firenze, 28 febbraio 2022 -  Sindaci, vescovi, massime rappresentanze istituzionali da sessantacinque città e da venti diversi Paesi, in rappresentanza di tre continenti e di cinquanta milioni di cittadini. A seguire i lavori del Me diterraneo di pace 2022 , è intervenuto anche l’ambasciatore d’Israele a Roma, Dror Eydar – in carica dal 2019, giornalista, 54 anni, un dottorato di ricerca in lingua e letteratura ebraica presso l’Università Bar Ilan, dove ha studiato anche scienze politiche e relazioni internazionali – che ha colto l’occasione per incontrare gli amministratori del territorio, dal governatore della Toscana Eugenio Giani al sindaco Dario Nardella.

Il video: l'ambasciatore accompagna virtualmente i visitatori alla scoperta di Gerusalemme

Signor Ambasciatore Eydar, qual è il risultato più importante delle conferenze fiorentine appena concluse? "Credo che sia stato un evento molto importante non solo dal punto di vista politico, ma anche filosofico. Perché quando in una parte d’Europa c’è una guerra, è come tornare alla vigilia del 1914. Pertanto, tutti noi che siamo intervenuti qui a Firenze, oltre che a discutere di pace, siamo venuti a parlare dello sviluppo dell’umanità, della cooperazione fra le città del mondo. E’ comunque un messaggio di speranza, perché oltre che dello sforzo della politica, abbiamo bisogno anche del lo sforzo della preghiera".

Nel corso della sua visita fiorentina, c’è stata anche l’opportunità di parlare di relazioni economico-commerciali? "Sì, fra Israele e Firenze, con tutta la Toscana, ci sono già importanti rapporti di collaborazione in molti settori, ad esempio nel campo delle tecnologie per il riciclo delle acque, considerando che Israele riesce a recuperare fino al 90% della risorsa idrica. Ma altri scambi ci possono essere sul fronte dell’agricoltura, delle tecnologie per la produzione energetica, in ambito della cybersicurezza... A maggio, infatti, stiamo organizzando un’importante conferenza economica a Napoli, dove saranno presenti molte imprese toscane e fiorentine. E poi l’Università di Tel Aviv".

Uno scambio a livello universitario. Qual è la novità che ci riguarda? "L’università di Tel Aviv aprirà fin dal prossimo autunno una sede a Firenze, in accordo con il vostro ateneo. Tra i corsi principali ci sarà proprio lo studio nel campo della cybersicurezza e della giurisprudenza internazionale. Abbiamo trovato lo spazio adatto alla Manifattura Tabacchi e inizieremo con un corso di un centinaio di studenti, fra i quali si potranno iscrivere anche italiani" .

Tornando al ’Mediterraneo di pace 2022’, conosceva la figlura di Giorgio La Pira? "Certo, il messaggio di La Pira e il suo impegno per la costruzione della pace, nascevano proprio dal concetto della triplice famiglia del Patriarca Abramo. Fra gli anni Cinquanta e Sessanta con i suo incontri del Mediterraneo è riuscito a radunare popoli diversi per costruire ponti di dialogo".

Secondo lei oggi abbiamo una situazione politica migliore di allora? Abbiamo fatto passi in avanti? "Sì, forse. Insomma, diciamo che è migliorata relativamente. E’ vero che la situazione fra Israele e Paesi Arabi è migliorata, ma abbiamo anche l’ombra di quello che sta succedendo proprio in questi giorni in Ucraina".

Ogni tanto, anche a Firenze ci sono episodi di antisemitismo. Secondo lei per quale motivo? "Non si devono mai sottovalutare questi episodi. E non possiamo tollerare che ciò accada nel 2022 qui a Firenze, in Italia . Ieri ho visitato il museo della Sinagoga di Firenze e ho spiegato a mia figlia cosa sono state le Leggi Raziali del 1938. Insomma, siamo allo stesso punto? Allora, di fronte agli insulti e alle offese verso gli ebrei e Israele, il problema non è solo nostro, ma di tutta la società".

Un suo pensiero dopo il convegno di Firenze? « Vorrei concludere con un versetto del profeta Malachia che dice: "Non abbiamo forse tutti noi un solo padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro, profanando l’alleanza dei nostri padri?"