Lotta all'Alzheimer, premiati tre ricercatori toscani

Stanziati e assegnati altri 300mila euro per la ricerca

Da sinistra Alessia Vignoli e Claudia Capitini

Da sinistra Alessia Vignoli e Claudia Capitini

Firenze, 19 gennaio 2023 - L’impegno di Airalzh per costruire “un domani senza Alzheimer” continua anche nel 2023. Grazie al Bando AGYR 2022 (Airalzh Grants for Young Researchers), dopo le edizioni del 2020 e del 2021, sono stati stanziati ed assegnati altri 300mila euro per la Ricerca contro le demenze e la malattia di Alzheimer.

Simone BaiardiDavide CammisuliClaudia CapitiniAndrea MagrìMarco MainardiLorenzo MassimiAlessandro Trentini ed Alessia Vignoli sono gli otto ricercatori che si sono aggiudicati il Bando AGYR 2022 e che svilupperanno il proprio progetto di ricerca in varie Università e Centri d’Eccellenza in tutt’Italia: Bologna, Catania, Ferrara, Firenze, Milano, Pisa, Roma. L’Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, dopo aver valutato con attenzione le 42 richieste pervenute, ha deciso di premiare otto progetti di Ricerca che puntano a sviluppare metodi per la diagnosi precoce della malattia di Alzheimer, ma anche all’individuazione delle misure di prevenzione e all’importanza di adottare corretti stili di vita.

“Obiettivo dell’Associazione – commenta la professoressa Alessandra Mocali, presidente di Airalzh – è contribuire a sviluppare la Ricerca medico-scientifica sulle demenze e sulla malattia di Alzheimer. Proprio per questo motivo, dal 2020, grazie a delle donazioni private, il cui ricavato va totalmente a favore della Ricerca, è stato istituito il Bando AGYR. L’edizione del 2022 ha visto la premiazione di otto progetti, con un finanziamento complessivo di 300mila euro, che si va ad aggiungere ai 600mila euro già stanziati nei due anni precedenti. Un’opportunità, per dei giovani ricercatori, di sviluppare carriere indipendenti e fornire il proprio contributo, cercando di rallentare il decorso della malattia di Alzheimer”.

I vincitori del Bando AGYR 2022 hanno tutti un’età inferiore ai 40 anni ed hanno elaborato progetti originali in lingua inglese, che sono stati finanziati con importi che vanno da 22mila a 43mila Euro circa, sulla base delle richieste e della valutazione del Comitato Tecnico Scientifico di Airalzh.

Per quanto riguarda i riconoscimenti "caduti" in Toscana, la dottoressa Claudia Capitini è assegnista di ricerca presso il Lens (European Laboratory for Non-Linear Spectroscopy) dell’Università di Firenze, dove ha incentrato la propria ricerca nello studio dei fattori che influenzano la formazione di aggregati tossici della β-Amiloide (Aβ) - che contribuiscono a causare l’insorgenza e la progressione di Alzheimer - e, in particolare, nello studio di Trodusquemina, un composto naturale in grado di ridurre la tossicità proprio di questi aggregati. Infatti, recentemente, è stato dimostrato come Trodusquemina sia in grado di interagire con le membrane cellulari e con le fibre nervose del cervello formando una sorta di barriera che impedirebbe agli aggregati di Aβ di penetrare ed esercitare la loro funzione tossica. Il progetto ha l’obiettivo di studiare ancora più nel dettaglio se e, nel caso, come Trodusquemina interagisca con gli aggretati di Aβ al fine di comprendere meglio il meccanismo protettivo del composto, approfondendo anche l’eventuale ruolo svolto da altri fattori chiave nella patogenesi di Alzheimer. Questo studio multidisciplinare contribuirà ad una maggiore conoscenza dell’azione di Trodusquemina e, quindi, al suo potenziale utilizzo come farmaco per i pazienti con Alzheimer.

Il dottor Marco Mainardi, che svolge la propria attività presso l’Istituto di Neuroscienze del CNR (Consiglio Nazionale Ricerche) di Pisa ha elaborato il progetto LifestylAD per comprendere come uno stile di vita salutare possa rallentare il declino delle capacità di apprendimento e memoria causato dalla malattia di Alzheimer. Infatti, se da un lato gli effetti benefici dell’allenamento fisico e cognitivo sulla salute cerebrale sono ben conosciuti e radicati anche nella cultura popolare, i meccanismi molecolari alla loro base non sono completamente noti. Nel progetto LifestylAD, dei modelli della malattia di Alzheimer saranno esposti a uno stile di vita “arricchito” in stimoli motori, sociali e cognitivi. La composizione molecolare delle sinapsi cerebrali (i contatti tra i neuroni, bersaglio chiave della malattia di Alzheimer) sarà quindi analizzata per generare un database che fornirà un aiuto nella comprensione dei meccanismi tramite i quali lo stile di vita può alleviare la severità della malattia di Alzheimer, oltre a suggerire potenziali bersagli terapeutici.

Infine la dottoressa Alessia Vignoli è assegnista presso il Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Firenze ed il suo progetto, intitolato "Medea", riguarda l’analisi mediante risonanza magnetica nucleare del sangue di pazienti con demenza o pre-demenza al fine di predire l’evoluzione della malattia sulla base del loro metabolismo. Verranno reclutati 90 pazienti che coprono l'intero spettro del deterioramento cognitivo (dal decadimento cognitivo lieve, in assenza di Alzheimer, alla demenza dovuta alla malattia). Un campione di siero sarà raccolto da ciascun paziente e analizzato mediante spettroscopia NMR. Viene ipotizzato che le alterazioni metaboliche presenti a livello del sistema nervoso centrale possano riflettersi a livello sistemico nel siero dei pazienti con Alzheimer e che, dunque, MEDEA possa fornire informazioni cruciali sulle cause metaboliche alla base dell’Alzheimer. L'identificazione di queste alterazioni sarebbe fondamentale per pianificare possibili interventi futuri, in grado di prevenire o rallentare la progressione della malattia. Inoltre, la possibilità di trovare nuovi biomarcatori periferici potrebbe fornire un modo minimamente invasivo per diagnosticare l'Alzheimer nella sua primissima fase o per valutare la prognosi dei pazienti.

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