Alluvione del 2013, condannato l'ex sindaco

Figline, Riccardo Nocentini condannato a 8 mesi, assolti gli altri cinque imputati

Danni per l'alluvione del 2013 a Figline

Danni per l'alluvione del 2013 a Figline

Firenze, 15 aprile 2019 - L'ex sindaco di Figline Valdarno, Riccardo Nocentini, è stato l'unico condannato - a 8 mesi - nel processo per l'esondazione del torrente Ponterosso del 21 ottobre 2013 che causò allagamenti e danni a 75 abitazioni, otto aziende, 19 veicoli e anche al cimitero di Figline, con 170 famiglie (389 abitanti in tutto) coinvolte dall'evento alluvionale.

Sono stati invece tutti assolti dallo stesso reato (inondazione) gli altri cinque imputati, cioè il responsabile tecnico del Comune Roberto Nocentini, due tecnici della Provincia e due responsabili di ditte private impegnate in lavori stradali nella zona. La sentenza è stata letta dal giudice Agnese Di Girolamo. Le motivazioni saranno tra 15 giorni.

Stabiliti risarcimenti dei danni, che saranno da definire in sede civile. Nel processo l'ex sindaco Nocentini è stato accusato di non aver agito nell'ambito delle sue competenze: in particolare, è stato anche detto nel dibattimento, avrebbe dovuto emanare un'ordinanza urgente per demolire un ponte carrabile di accesso a una casa, intervento peraltro previsto nelle opere di messa in sicurezza del bacino del torrente. Il ponte, secondo valutazioni tecniche, era considerato a rischio dal punto di vista della sicurezza idraulica in caso di ondate di piena.

Prima dell'esondazione era piovuto moltissimo per tutta la notte.

Assolti i tecnici degli enti pubblici - Roberto Nocentini per il Comune e Andrea Morelli e Maria Elena Iritale per la Provincia, difesi dall'avvocato Mario Taddeucci Sassolini - i quali hanno spiegato di aver dato prescrizioni rigorose ai gestori dei lavori per il raccordo fra le provinciali Chianti-Valdarno e Brollo-Poggio alla Croce riguardo alla tenuta dei cantieri e allo stoccaggio dei materiali, vicini al torrente Le Granchie. Assolti anche i privati Giuseppe Della Monica e Francesco Mele, i quali hanno dimostrato di aver osservato le indicazioni dei loro cantieri stradali e quindi di non aver responsabilità nell'inondazione.

In rito abbreviato invece il gup aveva condannato a 1 anno e 3 mesi due privati che avevano fatto costruire il ponte carrabile per andare alla loro abitazione, opera però risultata priva delle necessarie autorizzazioni idrauliche.

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