Bimbo malato, vietato coltivare baccelli

Ordinanza del sindaco di Sesto Fiorentino in un’area prossima alla casa del piccolo paziente

Il sindaco Lorenzo Falchi

Il sindaco Lorenzo Falchi

Sesto Fiorentino, 21 aprile 2019 - Divieto di coltivare fave – a Firenze e provincia in realtà più note come baccelli – in un’ampia porzione che comprende sia area Sud che Nord Ferrovia a Sesto. Il provvedimento è stato disposto, nei giorni scorsi, con una ordinanza a firma del sindaco Lorenzo Falchi ma non ha niente a che vedere con scelte legate all’agricoltura o all’indicazione di particolari coltivazioni. A motivarlo sono state esigenze legate alla tutela della salute di un bambino affetto da ‘favismo’, una carenza congenita di un particolare enzima, il glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), che in condizioni normali è presente nei globuli rossi ed è determinante per la loro stessa sopravvivenza. In persone affette da questa patologia, le crisi vengono scatenate dall’assunzione di fave fresche o secche o anche, semplicemente, dall’inalazione dei loro vapori.

Proprio per queste difficoltà la madre di un minorenne residente sul territorio sestese aveva presentato, nel novembre scorso, una richiesta al Comune perché venisse sospesa la coltivazione di fave nei campi adiacenti alla propria abitazione, portando a corredo della domanda una serie di documenti ed esami relativi alle condizioni di salute del figlio. L’istanza, però, inizialmente non era stata accolta dopo il parere arrivato dalla Usl Toscana Centro che, riprendendo le direttive date dal ministero della salute nel 2012, riteneva di non avere elementi certi per poter disporre un divieto di coltivazione di questo legume nel raggio di 300 metri dall’abitazione in cui era segnalato il caso di favismo.

L’orientamento è però cambiato dopo l’acquisizione di altre informazioni e ulteriori incontri anche del sindaco con la mamma del bambino colpito da malesseri in determinate situazioni con presenza di baccelli: quindi, anche se non esistono prove certe per poter correlare l’inalazione del polline con lo scatenarsi delle crisi emolitiche, in via cautelativa e a tutela della salute il Comune ha comunque disposto il divieto di coltivazione di fave in un’area piuttosto vasta. Chi, nella zona interessata, avesse già provveduto alla semina dovrà invece eliminare tutti i tipi di coltura della specie entro sette giorni dalla data di pubblicazione dell’ordinanza.

Sandra Nistri

 

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