Firenze, 17mila alberi a rischio: la mappa

Un altro crollo ieri mattina. Ma la messa in sicurezza fa i conti con la burocrazia

In via Vecchi un pino è caduto sotto le raffiche  di vento

In via Vecchi un pino è caduto sotto le raffiche di vento

Firenze, 23 marzo 2018 - Lo schianto è arrivato alle 2 di giovedì notte in via Vecchi. A pochi metri dall’incrocio con via di Novoli, accanto al civico 58, un pino di quasi 10 metri è caduto sotto le raffiche di vento che, a quell’ora, hanno sfiorato i 45 chilometri orari. Il fusto della pianta ha schiacciato due auto parcheggiate. Sul posto, dove non ci sono stati feriti, all’alba, sono intervenuti polizia municipale e vigili del fuoco che hanno sezionato il tronco. I rami hanno invaso la strada ma la pianta si trovava in un’area privata tra il civico 58 e la sede dell’istituto geografico militare. L’iter di sostituzione del pino era già stato avviato dalla proprietà. L’ok all’abbattimento però non era arrivato.

«Il motivo – spiegano dal Comune – è che mancava la documentazione sulla ‘compensazione’». La proprietà avrebbe dovuto specificare, cioè, con quale albero sostituire la pianta pericolante. «Avevamo chiesto un’integrazione – dicono – che però non è mai arrivata». E senza quella, per legge, niente sostituzione. Con l’albero caduto ieri, sale a 6 il numero di quelli falciati dal maltempo nell’ultimo mese. Uno ogni 5 giorni. La penultima bomba di legno era piovuta 24 ore prima in viale Galilei, vicino allo Chalet Fontana, dove un grande ippocastano è crollato su un pick-up in corsa. Salvo per questione di centimetri il conducente, portato a Careggi sotto choc.

Ma la foresta urbana sta morendo? Per capirlo bisogna guardare i numeri. Dei quasi 75mila alberi in città (in aree pubbliche), circa 17mila sono in classe C. Ovvero con una propensione al cedimento moderata: hanno cioè manifestato difetti durante le Vta, i controlli visivi dei tecnici. E, al massimo entro 2 anni, dovranno essere ricontrollati. Il pericolo è invece per 8mila di questi, nella stessa classe di rischio ma presenti «lungo strade e piazze» spiegano da Palazzo Vecchio. Anche alle Cascine o sul viale dei Colli «dove – spiega l’assessore all’Ambiente, Alessia Bettini – sostituiremo 143 alberi e ne metteremo a dimora 216». Fra quelli anche l’ippocastano crollato: il Comune aveva fatto richiesta ma per intervenire, dopo l’ok di Soprintendenza mancava il via libera della commissione Paesaggistica.

«Questo per far capire – dice Bettini – che il Comune non ha canali preferenziali per la sostituzione ma deve rispettare gli iter di legge. Stiamo lavorando a testa bassa: nell’ultimo anno abbiamo messo a dimora 1.900 alberi con 4 milioni e mezzo di euro». Di strada da fare però ce n’è. «Per rinnovare il nostro patrimonio arboreo, mantenendo questi ritmi e risorse, servirà un quinquennio». Solo 500 fusti sono in fascia rossa, cioè in classe C/D. Qui le alternative, per legge, sono due: o interventi «colturali» o l’abbattimento. Che invece è garantito in classe D «quella – aggiungono dal Comune – di rischio estremo. Oggi gli alberi in questa classe sono zero». Tutti le altre piante, oltre 57mila, sono in classe A o B: la loro salute, cioè, è ottima. È quindi su quegli 8.500 alberi (classi C e C/D) che gli occhi dei tecnici sono puntati con 16mila verifiche annue. A remare contro ci sono le 12 allerte vento e le 14 per pioggia arrivate in 4 mesi.

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