Alberi caduti a Firenze, l'esperto: "Le piante vanno sostituite e lasciate libere"

Paolo Capretti, ex docente dell’univeristà di Firenze in Patologia forestale, ha parlato della situazione dei tanti crolli avvenuti ieri

Paolo Capretti, ex docente di Patologia forestale

Paolo Capretti, ex docente di Patologia forestale

Firenze, 19 agosto 2022 - "L’unico modo per evitare fenomeno di questo genere è controllare davvero lo stato di salute delle piante ed evitare di danneggiarle". Paolo Capretti è un dottore in scienze forestali ed ex professore dell’Univeristà di Firenze di Patologia forestale.

Dottor Capretti, sono crollati tanti alberi a Firenze a causa del maltempo, come si spiega questo fenomeno?

"La bufera, o tromba d’aria, che si è abbattuta ieri sulla città ha causato vari problemi, anche se in alcune zone si è abbattuta in maniera ancora più forte. Purtroppo alcune piante non hanno retto, causando vari problemi alla viabilità, come quello che si è appoggiato sulla tramvia alle Cascine, che guardando le foto dovrebbe essere un olmo o un tiglio. Purtroppo però si vede subito qual’è il problema lì".

Prego

"Se guardate le immagini, si vede da subito che quella pianta era proprio a filo del marciapiede. Vedendo come è crollato, ovvero dalla base, si capisce che è una pianta che ha subito dei danni alle radici durante gli scavi per i lavori. Bastava guardarla per vedere che era un albero che non poteva avere un grande avvenire".

Quindi tutti i lavori sono pericolosi per le piante?

"Diciamo tutti quelli che comportano degli scavi, dove si rischia di andare a toccare le radici. Magari tagliando, o facendo questo genere di interventi, si rischia di infettare le radici delle piante e di deteriorarle. A vederle sembrano impeccabili, ma alla prima sollecitazione possono cadere, come è successo ieri".

A Firenze quali sono le specie maggiormente diffuse?

"Sicuramente Tigli, Olmi e Platani, alle Cascine ci sono anche i Lecci. Sta sparendo piano piano il Pino domestico, che richiede tanta manutenzione".

Qualsi sono quelli più a rischio?

"Tutti quelli che sono stati sollecitati, disturbati o mal curati. Gli alberi giovani devono essere seguiti perchè crescano forti e sani, e troppo spesso vengono lasciati a se stessi. E poi c’è il problema dell’opinione pubblica".

In che senso?

"I cittadini, quando vedono che vengono abbattuti degli alberi, si arrabbiano subito e gridano allo scandalo. Dobbiamo capire che le piante di 80 o 100 anni vanno sostituite, sopratutto se sono state sempre in zone asfaltate, o dove le radici hanno avuto tante sollecitazioni. Dobbiamo creare un sistema di rotazione, è l’unico modo per evitare che si ripetano situazioni di crolli alle prime sollecitazioni".

Quali possono essere le soluzioni per le città del futuro?

"Sicuramente ci sarà bisogno di lasciare spazio alle piante. Che vengano piantate in una zona dove non sono vicine a marciapiedi, tubi, scavi o asfalto. Solo così, insieme ad una buona e attenta manutenzione, potranno crescere sane. E poi vanno continuamente seguite e monitorate".

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