Airbnb obbligato a pagare la cedolare secca: "È la fine degli affitti a nero"

L a Corte di giustizia Ue: va versata una ritenuta del 21% sui corrispettivi riscossi per le locazioni. Federalberghi: "Verdetto storico, torna l’equità del mercato". Il nodo del rappresentante fiscale

Turisti al piazzale Michelangelo

Turisti al piazzale Michelangelo

Firenze, 23 dicembre 2022 - ​La regione italiana con più alloggi su Airbnb è la Toscana, con 59.058 annunci. E Firenze è ovviamente in testa alle classifiche, oltre che il secondo Comune in Italia per appartamenti offerti: ben 10.576. Ora, però, questo particolare segmento turistico si troverà ad affrontare condizioni diverse, dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che obbliga i portali di prenotazione a versare una ritenuta del 21% sui corrispettivi riscossi per le locazioni non imprenditoriali.

Si conclude così una vertenza iniziata nel 2017, dopo la scelta dello Stato italiano d’introdurre in questo ambito la cedolare secca. "Siamo di fronte a un verdetto storico, che riporta equità sul mercato, ristabilendo le regole base della concorrenza leale – ha commentato il presidente di Federalberghi Toscana (Confcommercio), Daniele Barbetti -. Questa sentenza tocca molto da vicino la Toscana, purtroppo da sempre ’paradiso0 di Airbnb in Italia, ed è destinata a far emergere una fetta importante del mercato turistico, finora sommersa. Ora, finalmente, anche chi offre locazioni brevi sarà soggetto a tassazione come gli operatori di tutte le altre strutture ricettive. È il primo passo concreto per regolamentare un fenomeno che negli ultimi dieci anni ha stravolto le nostre città d’arte, rendendo inutile ogni pianificazione urbanistica per la gestione dei flussi. Ora occorre trovarne una definizione normativa non equivoca. È importante chiarire in cosa consista il contratto di locazione breve e quali siano le sue caratteristiche".

Secondo Il Centro Studi di Federalberghi, più della metà delle case offerte per affitti brevi in Toscana (56,9%) resta aperta oltre sei mesi l’anno. Nella maggior parte dei casi (85%) si tratta di interi appartamenti e il 70% degli annunci fa riferimento a "host" (proprietari) che gestiscono più alloggi. Non è chiaro quale sia il volume d’affari, ma secondo alcune stime informali, potrebbe superare in Toscana i 500 milioni di euro l’anno..

"La sentenza della Corte Europea fa ben sperare per il futuro del commercio elettronico – ha detto il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni - che ha bisogno di essere disciplinato: i proventi ottenuti dai colossi internazionali dell’e-commerce in una determinata nazione vanno tassati secondo la disciplina che lì è in vigore. Altrimenti, le nostre imprese non potranno mai combattere ad armi pari". I punti all’attenzione della Corte di Giustizia Europea erano tre: il fatto che l’imposta fosse dovuta, la possibilità da parte dello Stato di chiederla e l’obbligo, per Airbnb, di avere un rappresentante fiscale in Italia che operasse da sostituto d’imposta.

"Airbnb ha sempre inteso prestare massima collaborazione in materia fiscale – dichiarano da Airbnb - e supporta il corretto pagamento delle imposte degli host. L’azienda non è dotata di un rappresentante fiscale in Italia che possa svolgere da sostituto d’imposta. La Corte di Giustizia ha chiarito che l’obbligo di designare un rappresentante fiscale in Italia è in contrasto con il diritto europeo. In attesa della decisione finale da parte del Consiglio di Stato, continueremo ad implementare la direttiva Ue in materia".

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