Aeroporto, parla Toninelli: "Pronti a entrare nella Società"

Intervista esclusiva al ministro delle infrastrutture e trasporti: "Lo Stato dentro Toscana Aeroporti per non perdere i 100 milioni"

Il ministro Danilo Toninelli (LaPresse)

Il ministro Danilo Toninelli (LaPresse)

Firenze, 7 febbraio 2019 - 

Ministro Toninelli, ha detto sì all’ampliamento del Vespucci. Allora non è vero che i 5 Stelle sono contro lo sviluppo?

"Non è vero affatto. Anzi, vogliamo più cantieri e più opere, oltre a velocizzare i lavori già in corso grazie alle modifiche al Codice degli appalti che stiamo mettendo a punto. Solo che vogliamo le opere che servono a tutti e non solo a chi le costruisce".

Quindi ora a Peretola si può cominciare a costruire?

"Mi lasci precisare: di questa pista si parla da più di 30 anni, a riprova di un fallimento generalizzato degli amministratori locali che si sono susseguiti. Ci fossimo stati noi quattro o cinque anni fa, oggi Firenze avrebbe già quel city airport che merita, fondato su un progetto con una migliore sostenibilità ambientale ed economica rispetto a quanto realizzato finora. Sul piano politico, adesso, non posso accettare che la pista di Peretola costi all’erario 150 milioni. Lavoriamo per non togliere nemmeno un euro agli aeroporti toscani, ma gli investimenti vanno ripensati ragionando sul polo unico Firenze-Pisa".

Lascerà che Toscana Aeroporti realizzi il nuovo scalo come è previsto nel masterplan?

"Il concessionario ha ottimi margini di guadagno su Firenze, quindi può aumentare i propri sforzi. Anzi, la politica avrebbe potuto e dovuto spingerli a sostenere l’investimento in toto. Per il resto, noi non potevamo più intervenire sulle autorizzazioni ambientali e urbanistiche che riguardano la conferenza dei servizi, luogo in cui il Mit ha un ruolo fondamentalmente notarile. Ma sin dal 2015, il mio ministero aveva messo in evidenza le proprie perplessità in ordine al rischio che il progetto incappasse, e può ancora accadere, in una procedura di infrazione Ue per aiuti di Stato. Ecco perché andremo a Bruxelles a risolvere i problemi che i precedenti governi ci hanno lasciato in eredità".

Crede che Firenze potrà diventare un aeroporto internazionale?

"Firenze merita e avrà sempre di più un target di utenza diciamo premium, che si integrerà al meglio con la mission di Pisa. Anzi, Firenze potrebbe accogliere un aeroclub per quegli imprenditori che chiedono voli di lungo raggio".

Avete intenzione di modificare il Piano nazionale degli aeroporti, il polo dell’Italia centrale resterà di interesse nazionale?

"Stiamo lavorando a delle modifiche normative al Piano nazionale aeroporti nel segno di una migliore integrazione tra gli scali e di un ridisegno strategico che valorizzi l’intermodalità e Firenze sarà tra le città che più se ne gioverà, con collegamenti diretti su Fiumicino. Vogliamo ampliare l’offerta di mobilità come diritto di tutti, con una maggiore trasparenza delle regole".

Pisa aeroporto principale, così è sempre stato detto. Lo conferma?

"Sì, con collegamenti ferroviari migliori tra Pisa e Firenze".

Insomma, Toscana Aeroporti dovrà rinunciare a una parte di finanziamento pubblico per l’aeroporto?

"A fronte di un contratto di programma non ancora rinnovato, bisogna discutere degli investimenti in ottica di polo unico".

Qual è il motivo per cui avete ritirato questo finanziamento?

"Non toccheremo i 50 milioni dello ‘Sblocca Italia’. Ma sugli altri 100 milioni serve un ripensamento da parte di Enac. Anzi, siamo disponibili a utilizzarli per una ricapitalizzazione a condizioni di mercato che aggirerebbe i vincoli Ue e che ci consentirebbe di utilizzare quei soldi per una crescita dimensionale di Firenze-Pisa".

Cioè, volete entrare nella società?

«Diventare comproprietari e decidere i migliori investimenti per i territori assieme agli altri soci, risolvendo al tempo stesso il problema della possibile infrazione europea, causata da stanziamenti pubblici a fondo perduto».

A Firenze c’è chi dice che non è legale ritirare finanziamenti già stanziati per quell’opera. Come risponde?

"Che non essendo ancora recepito il contratto di programma, ed essendoci peraltro la spada di Damocle di una infrazione Ue, c’è spazio eccome. E con l’aumento di capitale possibile, il problema non si porrebbe più".

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