Addio a Mennonna, il ricordo di Antognoni: "Grazie alle sue mani ho vinto il Mondiale"

L'ex Capitano della Fiorentina racconta il rapporto speciale con il neurochirurgo che lo operò alla testa nel 1981: "Che emozione quando mi disse: vai, puoi tornare in campo"

Giancarlo Antognoni e il neurochirurgo Pasquale Mennonna

Giancarlo Antognoni e il neurochirurgo Pasquale Mennonna

Firenze, 14 dicembre 2022 - Il ricordo di Giancarlo Antognoni riapre le pagine della sua storia (quella personale) e della storia di una Fiorentina che nelle mani di Pasquale Mennonna trovarono la forza e la certezza di una ripartenza miracolosa.

Il dramma dell’incidente con il portiere del Genoa, Martina. Lo stadio e tutta Firenze che si fermano con il cuore di Antognoni. La paura, l’ospedale e poi le mani di Mennonna. Questa la fotografia di quanto accadde quel 22 novembre del 1981. Uno foto drammatica che ancora oggi scorre in bianco e nero, nelle immagini rilanciate sul web dai tg dell’epoca.

L'incidente di Antognoni
L'incidente di Antognoni

"Io gli sono sempre stato e sempre gli sarò riconoscente – sono parole dell’ex Capitano –, per quello che Mennonna ha fatto per me. In qualche modo mi ha ridato la vita... sicuramente quella sportiva".

Dal dramma alla rinascita: Antognoni qual è stato l’attimo che considera più bello del suo rapporto con Mennonna?

"La domanda mi piace molto, perchè mi permette di ricordare il medico non solo per quello che ha fatto in sala operatoria".

Ovvero?

"Ricordo come se fosse ieri quando, quattro mesi dopo l’incidente, fu proprio Mennonna con il suo via libera a dirmi che avrei potuto ricominciare a giocare. L’emozione di quel giorno fu fortissima come fu potente quella di quando tornai in campo".

Quella domenica Mennonna era allo stadio?

"Sinceramente non lo ricordo ma credo proprio di sì. Io e il prof eravamo molto legati e lui aveva capito benissimo quanto il timore di non poter riprendere la mia carriera".

E’ vero che gli disse: vai, gioca e non metterti protezioni alla testa?

"Sì, quando rigiocai la prima partita non misi alcuna fasciatura, ma avevo solo in capelli un po’ più corti del solito...".

Mennona la seguì passo passo, giorno dopo giorno, proprio come facevano i tifosi viola, ricorda?

"Per fortuna il colpo alla testa fu in realtà meno grave di quello che apparve a chi mi soccorse sul campo, ma le cure per arrivare al recupero furono molto forti. Prendevo medicine... ’pesanti’ e il rapporto con Mennonna, sala operatoria a parte, fu decisivo per valutare la minina reazione e la più piccola conseguenza che i medicinali potevano avere sul mio fisico. E sul mio poter continuare ad essere un atleta. Uno sportivo. Un calciatore".

Nel sua carriera, quei giorni...

"Furono giorni molto bui e anche per la squadra tutto finì per complicarsi. Lasciai la Fiorentina che stava correndo verso una classifica che poteva portare allo scudetto. Eravamo molto forti, lo ricordate bene tutti e senza il mio ko...".

La Fiorentina, dunque, ma anche la Nazionale: Mennonna, in qualche modo le riconsegnò anche la maglia azzurra?

"Non solo. E’ grazie a lui se sono riuscito a diventare Campione del Mondo. Nonostante il grave infortunio a fine 1981, in qualche mese sono riuscito a tornare in tempo per il Mondiale e vincerlo con l’Italia. Era Spagna 1982".

Antognoni sapeva che Mennonna era molto malato?

"Mi hanno appena chiamato i suoi familiari per dirmi della sua scomparsa. Ultimamente non ci eravano sentiti o visti, cosa che invece facevamo più frequentemente in passato".

In che modo? Magari alle partire della Fiorentina?

"No, per la verità non tanto dallo stadio, ma in altre occasioni. Magari ad eventi a scopo benefico, quando c’era da ritrovarsi e poi dare una mano a qualcuno o partecipare a qualcosa dove di mezzo c’era la solidarietà".

Mennonna, Antognoni, Firenze e la Fiorentina: un’altra pagina della storia viola che si chiude.

"E’ proprio così. Sembra passato pochissimo tempo e invece siamo qui a parlare di oltre 40 anni fa. Mennonna era una persona molto sensibile e che mi ha voluto sinceramente bene. Per questo mi piace ringraziarlo ancora una volta e farlo pubblicamente. Lo merita e lo avrebbe meritato. E questo Firenze e il popolo della Fiorentina deve saperlo".

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