Achille Totaro, dall’Msi a Giorgia Meloni. "Ora ci prendiamo Palazzo Vecchio"

Da sempre militante della destra, il senatore uscente di FdI ha ceduto il passo nella corsa elettorale. "Ma sono felice lo stesso per questo risultato incredibile e resto un soldato al servizio del partito"

Achille Totaro

Achille Totaro

Firenze, 29 settembre 2022 - E’ facile ora gridare viva Giorgia. Oppure festeggiare con due bei meloni, saltando sul carro del vincitore che fila bello sulla via del trionfo. Ma c’è chi quel carro lo ha spinto quando la strada era tutta in salita, un pesante fardello, molto scomodo nella rossa Toscana per chi si dichiarava convintamente di destra.

Achille Totaro racconta che dall’età di 15 anni, quanto suo padre nel 1979 lo portò al comizio di Giorgio Almirante in piazza Signoria, non ha mai più avuto dubbi sulla sua fede politica.

Eppure oggi, dopo tanti anni in Parlamento da deputato e da senatore uscente, si è fatto da parte nelle corsa elettorale, non si è candidato, pur rimanendo al suo posto "da soldato, sempre al servizio del partito".

Totaro, dopo tanta militanza, non le dispiace non esser stato rieletto, proprio ora che Fratelli d’Italia va a governare?

"Così va la vita. Ma sono felice lo stesso, perché era un risultato impensabile fino a un po’ di tempo fa, specialmente in Toscana".

Dall’Msi a Fratelli d’Italia.

"Io il partito della Meloni l’ho visto nascere: nel 2013 abbiamo raggiunto l’1,9% e sono stato uno dei primi nove deputati ad entrare in parlamento per Fratelli d’Italia. Giorgia ha avuto il grande merito di risollevare un partito che dopo l’Alleanza Nazionale di Fini era praticamente morto. E la Meloni, invece di chiedere un posto in qualche collegio sicuro col Pdl, ha buttato il cuore oltre l’ostacolo e ha fondato Fratelli d’Italia, riunendo il popolo della destra".

Però ora lei non è a Roma.

"Non importa. Io ho dato tanto ma ho anche ricevuto moltissimo dal partito: sono stato per diciassette anni in carica fra Camera e Senato. Tanti altri militanti non hanno avuto la stessa soddisfazione. In questa nuova epoca di successi, resto comunque un soldato a disposizione di Giorgia e del partito, perché sappiamo bene che con tutti i problemi del Paese non sarà facile stare a Palazzo Chigi".

Quale altro traguardo vorrebbe raggiungere?

"Il mio sogno sarebbe vedere un sindaco di centrodestra a Palazzo Vecchio. E nell’anno e mezzo che manca alle elezioni amministrative lavorerò per questo obiettivo".

Lei alla convention elettorale a Firenze con la Meloni si era messo una camicia rossa.

"L’ho fatto per smorzare la solita polemica di bassa lega che usano con noi sul nero".

Allora il rosso porta bene?

"Non esageriamo...diciamo che il rosso è un colore importante della bandiera italiana. E l’amore per la mia patria è il motivo per cui ho fatto e continuerò a fare politica".

 

 

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