Accoltellato alla stazione "Violenza sproporzionata"

L’ordinanza del giudice nei confronti dei due fermati per l’aggressione al giovane dipendente di Mc Donald’s: "Potevano fare ancora più male"

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di Stefano Brogioni

FIRENZE

I due marocchini fermati per il tentativo di rapina ai danni del giovane dipendente di Mc Donald’s "si sono mostrati inclini a usare inopinata, inusitata e sproporzionata violenza, correndo del tutto consapevolmente anche il rischio di provocare serie e più gravi conseguenze, che non lesioni gravissime alla vittima, con uso di pericolosi coltelli che detenevano". Così, il gip motiva la misura di custodia cautelare in carcere dei 24enni Dada Charrihi e Abdelkarim Mouhit, ritenuti i responsabili della brutale aggressione avvenuta in via Nazionale il nove novembre scorso. La vittima, Lorenzo C., 28 anni, precario della catena di fast food appena uscito dal turno serale, ha riportato una indelebile ferita al volto.

Un episodio che ha scatenato comprensibile apprensione in città, ma che ha visto anche una prontissima risposta degli inquirenti.

La squadra mobile della questura, coordinata dal pm Marco Mescolini, in poche ore è riuscita a dare un nome ai due volti che le telecamere della Gest hanno inquadrato quella sera: era passata da pochi minuti la mezzanotte e Lorenzo C., dopo una breve telefonata alla mamma com’è solito fare quando termina di lavorare la notte mentre va a prendere il bus in San Marco, è stato avvicinato da uno dei due indagati, che aveva "pretestuosamente richiesto una sigaretta una sigaretta". In realtà, secondo le accuse e la versione della vittima, era un modo di fermare il giovane e tentare di sfilargli il portafoglio che portava nella tasca posteriore dei pantaloni. Quando si è sentito toccare dietro, il 28enne ha reagito, scatenando a sua volta la reazione dell’aggressore.

In questi momenti concitati, il dipendente di Mc Donald’s ha colto un dettaglio che si è rivelato fondamentale ai fini del riconoscimento: colui che aveva chiesto una sigaretta, aveva l’unghia del pollice della mano destra annerita.

La “squadretta“ della Mobile, poliziotti che conoscono la città come le loro tasche, hanno impiegato pochissime ore ad individuare i due. Il giorno successivo alla violenta tentata rapina, gli agenti in borghese hanno infatti intercettato in via Corridoni un cittadino nordafricano che indossava gli stessi vestiti di uno dei ricercati che stava entrando in uno stabile abbandonato. Nello stesso immobile, è stato trovato anche il secondo presunto responsabile dell’episodio della sera precedente: aveva già uno zaino con i suoi vestiti ed era pronto a lasciare Firenze in treno.

All’udienza di convalida, entrambi i fermati, assistiti dall’avvocato Maria Aquino, hanno negato i fatti. Anzi, uno si è perfino dichiarato vittima di un’aggressione razzista da parte di una persona a cui aveva chiesto in prestito la tessera sanitaria per acquistare le sigarette al distributore automatico, e a quell’offesa anche fisica avrebbe risposto con un oggetto, ma non un coltello, in risposta a un altro fendente.

Versione che stride con i cinquanta punti di sutura sul volto del cameriere 28enne, "un riscontro obiettivo - conclude il giudice - difficilmente superabile".

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