Accademia della Crusca: "Si dice la Covid, non il Covid"'

La precisazione arriva dal professore Claudio Marazzini, appena rieletto presidente dell'Accademia della Crusca per il terzo mandato

L'Accademia della Crusca

L'Accademia della Crusca

Firenze, 1 luglio 2020 - Si dice "la" Covid e non "il" Covid. E questo perchè si tratta di una malattia. La 'sentenza' arriva dal professore Claudio Marazzini, appena rieletto presidente dell'Accademia della Crusca per il terzo mandato. "In Francia, ad esempio, con una precisa pronuncia dell'Accademia francese, è stato detto esplicitamente che il sostantivo Covid è di genere femminile. In Italia - spiega Marazzini all'Adnkronos - la Crusca non si è pronunciata ufficialmente anche se tra noi accademici ne abbiamo discusso e il dibattito continua. Non c'è dubbio, tuttavia, che quando ci si riferisce alla Covid in quanto tale, quindi, alla malattia, si debba declinare al femminile. Alcuni accademici fanno, però, osservare che se si intende il morbo può essere corretto usare l'articolo al maschile".

Per quanto riguarda la parola Lockdown', spiega Marazzini, è meglio usare l'italianissimo 'confinamento', seguendo anche in ciò l'esempio degli spagnoli e dei francesi". "Lockdown' è un prestito integrale dall'angloamericano - prosegue Marazzini - che ricorda il confinamento di prigionieri nelle loro celle per un periodo prolungato di tempo, solitamente come misura di sicurezza a seguito di disordini. In piena pandemia da coronavirus, la parola ' lockdown' è stata impiegata specificamente per indicare le misure di contenimento messe in atto prima nella provincia cinese di Hubei, poi in Italia, in Europa e negli altri paesi colpiti dalla pandemia. E la sua diffusione è apparsa difficile da frenare anche da noi". "In Italia nessuno è stato pronto a fornire alternative valide a questo termine angloamericano, neanche l'Accademia della Crusca - ammette il presidente Marazzini - Con il senno di poi, se potessi riscrivere la storia, direi che sarebbe il caso di seguire gli spagnoli e i francesi che hanno fatto ricorso correttamente a una parola che ha le proprie radici nelle lingue romanze: 'confinamento'".

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