ROSSELLA CONTE
Cronaca

A fine mese con l’angoscia. Babbo, mamma e un bimbo: "Metà salario va via in affitto"

Lui pizzaiolo, lei madre a tempo pieno: "Prima della pandemia eravamo il ceto medio, ora siamo i nuovi poveri. Ci aiuta la Chiesa".

Il caso di una famiglia che non riesce a far quadrare i conti

Il caso di una famiglia che non riesce a far quadrare i conti

Firenze, 20 dicembre 2023 – Carlo Giordano ha 33 anni, un contratto a tempo indeterminato in una pizzeria e guadagna circa 1.000 - 1.200 euro al mese, a seconda che faccia più o meno straordinari.

Ogni mese il canone di locazione gli porta via circa il 50% del suo stipendio. E poi ovviamente ci sono le utenze, il caro spesa e gli imprevisti, così li definisce lui. Tipo un guasto alla caldaia, il cellulare che si rompe per esempio o l’influenza improvvisa.

"Dal covid, la nostra non è più vita ma sopravvivenza", si sfoga Giordano che è diventato papà un anno e mezzo fa. Una gioia infinita, il sogno di una vita che si avvera ma, soprattutto oggi, crescere un figlio costa veramente caro. "Mia moglie ha dovuto lasciare il lavoro, siamo soli e iscrivere un bimbo a un nido o affidarlo a una baby sitter sarebbe stato troppo dispendioso. Ne abbiamo parlato insieme e abbiamo deciso che, a conti fatti, sarebbe stato più economico che lei fosse rimasta a casa, a prendersi cura del nostro piccolo. E poi si chiedono come mai i giovani non facciano più famiglia", dice il 33enne che si è sempre ritenuto "un ceto medio" ma che la pandemia ha trasformato in quelli che vengono definiti i ’nuovi poveri’, ossia le persone che nonostante un contratto a tempo indeterminato faticano ad arrivare a fine mese.

"Pago circa 600 euro di affitto e 180 euro di utenze, che sono aumentate a dismisura negli ultimi due anni – aggiunge il neogenitore –. Abbiamo infatti chiesto un cambio di contratto. Per vivere e pensare a mio figlio e mia moglie mi restano 420 euro, sono veramente poche considerati i tempi".

Carlo, senza nessun velo, ringrazia la chiesa del quartiere che ogni mese gli fornisce un pacco con all’interno farina, pasta, olio e quello che occorre a suo figlio.

"Non mi vergogno a dirlo, io sono un lavoratore ma in questa fase della mia vita mi ritrovo ad avere bisogno di aiuto. Ringrazio con tutto il cuore il Corpus Domini, senza la loro assistenza non so come avremmo fatto",riprende. La situazione è cambiata a poco a poco, con il passare degli anni, anche se il colpo di grazia lo hanno dato prima il covid poi gli incrementi generalizzati che hanno riguardato benzina, alimentari e utenze, "vivere a Firenze è diventato impossibile", afferma.

Per far quadrare i conti ha dovuto rinunciare anche al pur economico veicolo di famiglia: "Avevo uno scooter ma ora mi muovo in bici, non riuscivo più a pagare l’assicurazione. - conclude -. L’anno prossimo potremo iscrivere mio figlio all’asilo e mia moglie tornerà a lavorare". E fa un appello per una casa: "Nel frattempo sono alla ricerca di un tetto dove vivere, dove siamo non possiamo più rimanere".