Firenze, 26 maggio 2014 -   "Abbiamo il dovere di ricordare e di cercare la verità". Cosi' il presidente del Senato Pietro Grasso, nel 21' anniversario della strage di via dei Georgofili ha ricordato "una delle pagine piu' dolorose della nostra storia recente".

"Abbiamo il dovere innanzitutto di ricordare le vittime" ha detto Grasso, che ha ricordato come "ci sono punti fermi ormai acquisiti: i processi penali hanno accertato l'identita' e le responsabilita' dei mandanti e degli esecutori della strage. E' stata la mafia".

 

L'obiettivo che Cosa nostra si poneva era "attuare una vera e propria dimostrazione di forza attraverso azioni criminose eclatanti, a carattere eversivo, che avrebbero avuto risalto internazionale. Nel Paese
scosso, sul piano politico e istituzionale, dalle indagini su Tangentopoli, quel tentativo di destabilizzare le strutture democratiche era davvero pericoloso".

 

"Eppure - prosegue Grasso - molti, troppi profili di quell'atroce disegno restano ancora oscuri. Spesso la verita' storica e quella giudiziaria non si sovrappongono". Dunque "bisogna insistere perche' gli eventi siano ricostruiti in tutte le loro implicazioni e sfaccettature. Dobbiamo avere il coraggio di guardare al nostro passato senza paura e senza omissioni, perche' un Paese che nasconde e teme la propria storia e' un Paese senza futuro. Dobbiamo sempre tendere alla ricerca della verita'".

 

"Ancora oggi, dopo tanti anni e nonostante i segnali che possono essere letti come inviti a lasciar perdere, si sono riaperti casi che sembravano chiusi per sempre". Grasso assicura che "ancora oggi abbiamo fame e sete di giustizia su quegli eccidi e su tutti i misteri non svelati. Ancora oggi ci assalgono e ci tolgono il sonno intuizioni laceranti che attendono di divenire percorsi di verita'". 

 

Il presidente ha ricordato di aver "chiesto una commissione speciale di inchiesta su tutte le stragi irrisolte del nostro Paese, mafiose e terroristiche insieme, che possa finalmente fare chiarezza sugli aspetti oscuri della nostra Storia e rendere pubblici tutti quei documenti che possono dare ai cittadini elementi di riflessione e di conoscenza". 

 

"Il mio nuovo ruolo - ha concluso Grasso - non ha cambiato in nessun modo i principi in cui credo, che sono quelli di legalita', giustizia, ricerca della verita'. Chi, come me, e' sopravvissuto a tanti orrori non puo' dimenticare che le stesse mani macchiate di sangue oggi tessono trame in affari di soldi e di potere, e sente l'obbligo morale, oltre che istituzionale, di cercare la verita' fino all'ultimo soffio di vita.Dico spesso che per vincere la mafia non basta contrastare le sue attivita' criminali. Bisogna rafforzare la democrazia e promuovere la legalita' come cultura, in ogni ambito. Questo richiede l'impegno di tutti, sia dei cittadini, sia di coloro che operano nella politica, nelle istituzioni, nei sindacati, nei movimenti, nelle associazioni di categoria. Richiede una reazione forte e decisa da parte della societa' civile, una coscienza della legalita' radicata e diffusa". 

Agi