Firenze, 17 marzo  2014 - "Lo scopo di Fiesoli era distruggere i rapporti familiari". Nuova testimonianza choc al processo contro Rodolfo fiesoli e altre 22 psone della comunita' il Forteto. La teste, una donna di 34 anni, sentita dal pm Ornella Galeotti è figlia naturale di due fondatori e ha vissuto fin da bambina nella comunità, cosa che non l'ha messa al riparo dalle particolari 'regole' imposte all'interno. "Io stessa non stetti quasi mai coi miei genitori naturali - ha raccontato la donna - da ragazzina dormivo in una camerata di coetanee, mai con mia madre. Inoltre tra gli adulti, gli uomini dormivano con gli uomini, le donne con le donne". "Fiesoli - ha continuato la teste, anche piangendo, tanto che la sua deposizione e' stata interrotta piu' volte per farla riposare - mi metteva contro mia madre, per tenermi lontana da lei mi colpevolizzava dicendo che ero gelosa e me la faceva odiare anche se io non provavo questo sentimento". "Non voleva neanche che stessi con mio padre e strumentalizzava l'affetto per mia madre dicendo che mi volevo sostituire a lei - ha proseguito -: al punto che diceva che avevo delle fantasie sessuali riguardo a mio padre. Non era vero, ma ci credetti al punto che mi rifiutavo di andare in macchina con mio padre.

La donna, che da adulta ha lasciato il Forteto col marito e che ha dovuto ricorrere all'assistenza di una psicologa, ha detto che "al Forteto chi si metteva contro Fiesoli diventava bersaglio delle sue umiliazioni", e ha riportato dei "racconti sul fatto che il Fiesoli e altri praticavano rapporti omosessuali coi ragazzi" che vivevano
nella comunita'. "Dopo la terza media volevo proseguire gli studi, mi piaceva tanto andare a scuola - ha anche ricordato - ma Fiesoli lo impedi' e i miei genitori non ebbero la forza di opporsi, e quando con mia
madre, avevo 16 anni, decidemmo di iscrivermi alle scuole serali, Fiesoli lo impedi': ando' che non parlai a mia madre per un anno". "Quando ero adolescente e mi piaceva vestirmi in modo femminile - ha aggiunto - non mi fu possibile, perche' le donne del Forteto meno si mostravano meglio era perche' avremmo potuto provocare gli uomini". Quando, ormai sposata, "fui incinta dei miei figli dovetti dire la bugia che era stato un 'incidente', perche' Fiesoli e gli altri non gradivano che nascessero bambini al Forteto. Invece io e mio marito volevamo avere i nostri figli".

La teste ha riportato un episodio: "Avevo in braccio il mio primo figlio, aveva 2 anni, e Fiesoli comincio' a urlargli.
'Bucaiolo, tu fai stare male la tua mamma, per colpa tua lei non si puo' realizzare nella vita'". Al Forteto "si doveva chiedere il permesso a Fiesoli su tutto. Lui riceveva sempre in camera. Diceva che aveva il metodo sicuro per risolvere i problemi. E ci si credeva, per noi c'era solo Dio sopra di lui. Cosi' al Forteto non c'era nulla di privato, di personale e Fiesoli ci controllava cosi'". Inoltre "chi andava contro Fiesoli veniva isolato, non gli parlava piu' nessuno, ne parlavano male tutti, anche con menzogne. Anch'io ho dovuto agire cosi' contro alcune mie amiche. Fiesoli mi mandava a dire le cose, e se non lo facevo diventavo io il suo bersaglio".