di ILARIA ULIVELLI

Firenze, 17 dicembre 2013 - APRE ‘EATALY’, è un boccone di sollievo. Principalmente per i 122 posti di lavoro che dà, anche se 42 part-time. E per la riassunzione dei dipendenti della libreria Martelli, chiusa ormai più di due anni fa: l’ex direttore, abituato a destreggiarsi tra le pagine, lavorerà in panetteria. Anche se i libri sono il pane della nostra mente, un bel salto. Lui è contento. Di questi tempi, ricollocarsi dopo i cinquanta è un’impresa. E dalle parti di Eataly chi è capace e ha voglia di crescere ha mille opportunità.

«Abbiamo una panetteria che offre prodotti tutti cotti a legna con farine macinate a pietra — spiega Oscar Farinetti, il babbo di Eataly che culla la sua ultima creatura —. Le fornaie sono tutte giovani ragazze che hanno imparato il lavoro. Perché il pane fatto dalle donne è più buono», scherza Farinetti. Speriamo anche che sia fresco di giornata: perché ieri mattina i cesti erano già stracolmi di pagnotte di ogni tipo. Ma Eataly offre solo il meglio: un bollo di garanzia.

La rinascita della libreria Martelli che prima fu la storica libreria Marzocco, un punto di riferimento, non solo per i bibliofili, ma anche per gli studenti: centro di concentramento di tutti i libri scolastici, insieme a Le Monnier, anch’essa defunta. Prima ancora di Marzocco, lì, in via Martelli, c’era stata una sede di Giunti editore. E’ per questo motivo che all’inaugurazione, questa mattina alle 10, con il patron Farinetti ci saranno, oltre al sindaco Matteo Renzi, il parroco della basilica di San Lorenzo, monsignor Angiolo Livi, il vignettista satirico Sergio Staino, Carlo Petrini, Piero Antinori, Angelo Gaia. E anche lui, Sergio Giunti che racconterà il legame importante di Giunti con quella sede a un passo dal Duomo: la casa editrice nacque lì.

Al piano terreno il concept Eataly: i vari ristoranti a tema, dalle verdure ai formaggi, pasta-pizza, carne-pesce. E due, tipici del posto. «Uno dedicato alle zuppe che ogni giorno saranno fatte da Burde — spiega Farinetti —. E un lampredottaio: il Magazzino di Luca Cai di piazza della Passera. Ho cercato di creare rapporti con il territorio». Sempre al piano terra, il market delle delizie. Al piano di sopra una grande cucina centrale apre da un lato all’Osteria del vino libero: con prezzi accessibili a tutti. Si mangia con 25 euro. Mentre il ristorante gourmet, di alto livello, prende il nome Da Vinci «perché siamo proprio di fronte alla casa dove ha alloggiato il grande Leonardo», dice soddisfatto Farinetti.

AL SECONDO piano, scuola di cucina. Sette aule diverse per insegnare tutto. Vino, birra, pane, pasta, itinerari gastronomici, in otto lingue diverse, per aprire la scuola italiana anche ai turisti. «Insegnare a un giapponese come si fa la pizza, come si cucina la pasta, sarà una grande soddisfazione. Firenze è il luogo più forte di Eataly per la didattica». Poi? Quali sorprese? Ci sarà una gara tra la Piemontese e la Chianina per diventare miss bistecca, la pasta di Gragnano fatta lì per lì. Ogni angolo, un tesoro da gustare. E poi libri e non solo. C’è un museo dedicato al Rinascimento: «Un percorso di cartellonistica spiega in modo semplice e accattivante perché è avvenuta questa meraviglia, un fenomeno bellissimo dell’Italia, che si è verificato appena quindici generazioni fa». Un percorso che sarà accompagnato da un’audioguida con la voce dello scrittore Antonio Scurati.