Firenze, 11 novembre 2013 - Benedetto XVI? “Una grazia immensa per la Chiesa” e, poi, toscanamente, “se solo lo facessero lavorare”. A Papa Ratzinger aveva offerto un concerto nel settembre 2011, nel cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e per l'occasione Domenico Bartolucci, che era stato da poco creato cardinale (vedendosi assegnata la diaconia dei Santissimi Nomi di Gesù e Maria in via Lata a Roma), aveva predisposto anche il poema 'Benedictus' per soprano, coro a 3 voci pari e orchestra. Ma poi, a sorpresa, fu proprio il Papa a parlare di questo grande compositore, morto ieri all'età di 96 anni.

 

“Il Maestro Cardinale Bartolucci non ha bisogno di presentazioni – disse Ratzinger - Vorrei solo accennare a tre aspetti della sua vita, che lo caratterizzano in modo evidente - oltre al suo fiero spirito fiorentino – e cioè: la fede, il sacerdozio e la musica... Caro Cardinale Bartolucci, la fede è la luce che ha orientato e guidato sempre la sua vita, che ha aperto il suo cuore per rispondere con generosità alla chiamata del Signore; ed è da essa che è scaturito anche il suo modo di comporre”.

 

E' stato Benedetto XVI a volere creare cardinale Bartolucci dopo che questi aveva già superato i 90 anni, il 20 novembre 2010. Come tutti i cardinali che varcano gli 80 anni non sarebbe potuto entrare in Conclave ma la nomina riservatagli dal Papa era l'esplicito riconoscimento per la sensibilità creativa e interpretativa di un grande maestro della musica nel Novecento, che ha traghettato la tradizione musicale ecclesiastica nel nuovo millennio, potremmo dire la colonna sonora del bello che si invera – o dovrebbe inverarsi – nella liturgia. Ha mantenuto viva, per un periodo non trascurabile, quella tradizione musicale riscoperta e rilanciata dall'Opera del Duomo con le rassegne annuali di 'O flos colende'.

 

Nato a Borgo San Lorenzo nel 1917, ordinato prete nel 1939, direttore della cappella del Duomo di Firenze fino al 1942, si reca a Roma alla fine del 1943. La capacità di direzione e compositiva, già rivelatasi accanto al maestro di cappella di Santa Maria del Fiore Francesco Bagnoli, matura sempre di più in questi anni in cui Bartolucci si muove tra Roma, dove ricopre incarichi legati alla musica sacra, e la diocesi di Firenze dove è parroco, dal 1947, di Montefloscoli.

 

Morto Lorenzo Perosi nel 1956, Pio XII lo nomina direttore della Cappella Sistina, incarico perpetuo ma nel quale viene sostituito nel 1997 per venire – si dice – incontro ad innovazioni utili alle grandi celebrazioni liturgiche. Per la nomina a cardinale, che asciugò le amarezze, scelse come motto: “Psallam Deo meo”, “Salmodierò al mio Dio”.
 

 

In Mugello Bartolucci ci tornava volentieri e ogni anno. Erano legati a questo territorio la sua gioventù e legami profondi con altri presbiteri. Si ritirava, quando poteva, nella pieve romanica di Montefloscoli. Una volta, proprio lì si era lasciato intervistare, senza fare polemiche, ma sottolineando come la celebrazione liturgia si era inaridita: “Alcune canzonette beat e brutte e tanto in voga nelle chiese nel sessantotto, oggi sono già dei pezzi d’archeologia; quando si rinuncia alla perennità della tradizione per immergersi nel tempo si è condannati al volgere delle mode”. Orgoglioso di appartenere al clero fiorentino, si sentiva forse più romano e a Roma era voluto tornare dopo un breve soggiorno a Firenze. I funerali verranno celebrati mercoledì 13 novembre, alle 15.30 all'altare della cattedra di San Pietro dal decano cardinale Angelo Sodano. Al termine il Papa scenderà in basilica per presiedere il rito della Ultima commendatio e della Valedictio. Ha scritto ieri di lui Papa Francesco, nel telegramma inviato ai parenti parenti Sandro e Stefano Bartolucci: "Ha esercitato il suo lungo e intenso ministero specialmente nella musica sacra che nasce dalla fede ed esprime la fede". Il cardinale Giuseppe Betori, in una nota diffusa dalla diocesi, rende ''grazie al Signore per il dono che ricevuto nella persona del cardinale Bartolucci, membro insigne del clero fiorentino, che ha speso interamente il suo ministero al servizio della Santa Sede e dell'arte musicale''. 

 

Il corpus bartolucciano supera 40 volumi, con sei libri di mottetti, sei di messe, laudi, inni, cantici, oratori. Un patrimonio che è custodito e diffuso dalla Fondazione a lui dedicata e creata in occasione del suo 85esimo compleanno. Tra i ricordi quello del sindaco di Borgo San Lorenzo Giovanni Bettarini: “Se ne va un illustre borghigiano – ha detto ieri - rappresentante della nostra terra, che non ha mancato di celebrare in sue prestigiose opere. Mi piace ricordarlo mentre spiega all'Orchestra di cui facevo parte con Sabrina Malavolti, diretta da Andrea Sardi, come interpretare al meglio il suo Miserere che eseguimmo il 30 dicembre 2011, in memoria del Bombardamento del 1943 di Borgo. Un borghigiano che ha dato lustro alla sua terra, anche con una sinfonia dedicata al Mugello”.

Michele Brancale