Firenze, 11 novembre 2013 - IL MONOSSIDO di carbonio sarebbe la causa dell’intossicazione di una intera famiglia avvenuta a Lastra a Signa nel tardo pomeriggio di ieri. In tarda serata la madre di 26 anni, il padre, il figlioletto di 6 anni e la nonna sono stati portati in camera iperbarica a Careggi.

 

Intorno alle 18 di ieri il vicino di casa, in via Giovanni Amendola 30, ha dato l’allarme al 118 raccontando di aver visto la mamma del bambino accasciarsi a terra semisvenuta. In un attimo all’indirizzo segnalato sono arrivati i volontari della Misericordia di Lastra a Signa che hanno portato la donna a Torregalli e chiesto rinforzi alla centrale operativa. Ed ecco arrivare sul posto anche la Pubblica assistenza si Signa. Il medico nel prestare i primi soccorsi agli altri occupanti dell’appartamento, ha ipotizzato subito che il veleno fosse nell’aria. Lo ‘sniffer’, una sorta di naso elettronico per gli agenti intossicanti, gli ha dato ragione così sono stati chiamati i vigili del fuoco. E sono stati loro ad accertare la presenza nell’aria di monossido di carbonio. Molto probabilmente è stata la caldaia a rilasciare la micidiale miscela, ma questo sarà accertato dal perito e dai pompieri in un secondo momento.
Il magistrato d’urgenza ha disposto che gli esperti dei vigili del fuoco sequestrassero l’impianto di riscaldamento per consentire gli accertamenti necessari. 

 

E’ possibile, spiega il vicino di casa, la persona che ha chiamato il 118, che l’allarme sia stato ritardato di qualche minuto perché proprio lui stava facendo le caldarroste su quella speciale padella forata e avrebbe finito per bruciare il manico della padella stessa. Un forte odore acre si è diffuso nello stabile e forse i primi disturbi dei membri della famiglia del primo piano, possono essere stati attribuiti a questo. Invece era il killer silenzioso che stava operando. 

 

In un primo momento la madre è stata portata all’ospedale di Torregalli mentre il piccolo è stato ricoverato al Meyer. In un secondo momento è stata ricoverata anche la suocera e il babbo del bambino.Tutti e quattro sono stati sottoposti a ossigenoterapia in ospedale. In serata poi la decisione di trasferire tutti a Careggi per una terapia in camera iperbarica. In buona sostanza per sottoporli a quella che è definita una ossigenazione totale per evitare complicazioni neurologiche oltre a quelle respiratorie immediate. Nel corso della notte i medici potrebbero sciogliere la prognosi soprattutto per la madre ventiseienne.
 

Li Cia