di Francesco Marinari

Twitter: @framar1977

Firenze, 27 ottobre 2013 - A Leopolda 2013, la convention voluta da Matteo Renzi, il sindaco chiude la tre giorni di incontri e discorsi sul palco dei cittadini con il suo intervento. E vara, nel suo discorso da oltre cinquanta minuti, quattro punti "che vogliamo verificare alla prossima Leopolda, quella del 2014", dice il primo cittadino. Il tutto alla vigilia dell'inizio della campagna elettorale per le primarie. Sono due cose diverse certo, ma come nella celebre puntata di Porta a Porta in cui Berlusconi si sedette alla scrivania e varò il patto con gli italiani, anche Renzi fa il suo accordo con il popolo che lo ascolta in streaming su internet e direttamente dentro la Stazione Leopolda. Il tutto in una domenica mattina in cui la gente ha dovuto attendere anche fuori, in strada, perché l'afflusso di persone per il discorso finale è stato oltre le aspettative. Una mattinata che Renzi ha trascorso ancora sul palco a sentire gli interventi da quattro minuti dei cittadini insieme al ministro per gli Affari Regionali Graziano Del Rio. "Diamo un nome al futuro", era il titolo di questa Leopolda e "stupore è la mia parola", dice Renzi. 

IL PATTO IN QUATTRO PUNTI - Italia, Europa, lavoro e educazione: sono questi i quattro punti che Renzi vuole verificare tra un anno proprio alla Leopolda. "In questo anno - dice - tante cose accadranno. Qualcuno arriverà con la fascia tricolore alla prossima Leopolda perché è diventato sindaco, qualcuno avrà perso qualcosa, altri avranno un carico di fiducia perché nel frattempo le cose saranno cominciate a girare. Vi chiedo di tornare alla Leopolda non come a un appuntamento fisso ma con la certezza che lo stupore che ci muove può cambiare le cose in Italia, che può modificare anche i tabù della sinistra sul lavoro e che può permettere di pensare che il nostro futuro sia di speranza".

ITALIA, PRIMO PUNTO - Sull'Italia Renzi chiede la modifica della giustizia, la modifica del titolo Quinto della Costituzione con attribuzioni omogenee alle Regioni e l'abolizione dell'istituzione della Provincia. "Qualcuno tornerà così a lavorare, non è male", dice Renzi raccogliendo un grande applauso. Il punto prevede poi la riforma della giustizia e quella della legge elettorale. "Serve una legge elettorale semplice, come quella per l'elezione dei sindaci. Chi vince ha vinto, chi perde ha perso, chiuso". Altro sotto-punto, la riforma riguardante il bicameralismo perfetto, con l'abolizione del Senato.

EUROPA, SECONDO PUNTO, "CHIEDEREMO REVISIONE DEI PARAMETRI" - "Serve un'Europa che sia cosciente di affacciarsi sul Mediterraneo - dice Renzi - Se vinceremo e andremo a capo del Pd per prima cosa faremo una grande iniziativa diffusa sul dialogo tra Europa e gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E poi basta con le imposizioni e i parametri europei, che dettano ai contadini come coltivare la terra. Chiederemo una revisione dei parametri.

LAVORO, TERZO PUNTO - "Non mi interessa se arrivano capitali stranieri nelle grandi aziende - dice Renzi - Gucci e Nuovo Pignone ci dimostrano come i capitali stranieri possano portare a nuova occupazione e prosperità. Mi interessa che la qualità sia italiana, io voglio difendere l'italianità della qualità e dei lavoratori, della bellezza e dei prodotti e invece non lo facciamo. Oggi la seconda regione italiana ha sei milioni di abitanti: quella regione si chiama disoccupazione. Il Pd è il terzo partito tra i disoccupati, dobbiamo riprendere il dialogo con certe categorie. E poi, i centri per l'impiego vanno rivoluzionati".

EDUCAZIONE, IL QUARTO PUNTO - "Serve una rivoluzione culturale, faremo una verifica anche su questo punto tra un anno. Faremo una grande iniziativa per la scuola di cui adesso non parlo, parleremo con gli insegnanti che fino ad oggi si sono visti arrivare le riforme sulla testa senza poter dire niente. "Perché oggi viviamo un tempo in cui siamo definiti degli incolti? Un ragazzino oggi ha sul suo telefonino di quelle che aveva Ronald Reagan alla Casa Bianca. Le grandi aziende stanno investendo nelle big data, nel guardare la complessità delle cifre e tradurle in chiavi di lettura.  Dobbiamo dare chiavi di lettura ai giovani, ma come facciamo se la cultura è il massimo del conservatorismo. Pensiamo alle Soprintendenze. Con la storia del Sessantotto ci raccontano la loro storia che non è quella vera. O si fa un cambio culturale o non si va da nessuna parte. Oggi non dobbiamo avere la puzza sotto il naso".

LE FRASI A EFFETTO - Non mancano le frasi a effetto da parte di Matteo Renzi, quelle che vengono scritte sugli smartphone delle centinaia di persone che seguono via Twitter e che vengono ritwittate in un grandissimo "circolo" di idee in digitale. E' questo uno degli ingredienti principali per la riuscita di Leopolda 2013, internet come elemento imprescindibile per far girare i concetti. "La sinistra che non cambia si chiama destra, la sinistra che ha paura del domani non è una sinistra interessante", una delle frasi. "La Leopolda è stupore perche dice che si puo credere nella politica", dice Renzi introducendo la parola che porta sul palco, secondo la regola seguita da tutti coloro che hanno parlato, che appunto davano, con una parola, un titolo al loro intervento. E ancora: "Propongo la commissione dei bischeri che verifichino questioni banali", dice Renzi, introducendo il nome di una notissima famiglia del Medioevo fiorentino, il cui nome oggi è associato nel gergo colloquiale a una persona poco furba. "Furono in realtà una famiglia importante", spiega Renzi. "Tutti insieme costruiremo un'Italia che dia un nome al futuro": è questa la frase finale del discorso prima degli applausi finali dei suoi sostenitori.