Firenze, 10 settembre 2013 - "Amanda dea del sesso? Qui è la radice dell'errore degli inquirenti, di quel teorema ridicolo dell'orgia. Amanda era timida, inesperta, un po' imbranata: come me, d'altronde.
Non voglio entrare nei dettagli, perché non sarebbe giusto. Ma le dico, a titolo di esempio, che molte volte preferiva che le pettinassi per ore i capelli piuttosto che fare altro". A raccontarlo, in esclusiva al settimanale 'Oggi', in edicola domani, è Raffaele Sollecito, il cui processo s'appello inizierà il 30 settembre a Firenze, dopo l'annullamento della sentenza di assoluzione sulla vicenda della morte di Meredith Kercher. A 'Oggi' Sollecito confida che dopo Amanda si è innamorato "una sola volta, di una ragazza straniera. Non è durata: se non ho una vita, come posso condividerla? La mia vita sentimentale è un casino. Spostandomi spesso, passo da una relazione all'altra. Finiscono tutte male. Ora sono single".

Intanto Sollecito confessa che sta "girando gli Stati Uniti, cerco lavoro". "Sono un programmatore informatico, e la Mecca per me sarebbe la Silicon Valley, in California. Ma sono come in stand by, mi sento 'congelato', immobile. Annullando la sentenza di assoluzione, la Cassazione mi ha di fatto rimesso in carcere".

Sollecito, che sara' l'unico imputato presente al processo d'appello bis che si aprira' a Firenze il prossimo 30 settembre (Amanda Knox ha deciso di restare negli Stati Uniti), dice che disertera' le prime udienze ("Saranno molto tecniche, con la mia presenza distoglierei le attenzioni dai fatti"), ma poi tornera' per difendersi. (

Sollecito lancia un appello alla famiglia Kercher: "Ricevetemi, datemi la possibilita' di parlare con voi. So che e' difficile: se quel che e' successo a Meredith fosse successo a mia sorella Vanessa, sarei impazzito, non vorrei sentire nessuno. Ma io chiedo ai Kercher di avere una visione razionale dei fatti". E giura: "Se mi assolvono cerchero' di costruirmi una vita e una carriera fuori dall'Italia".