Firenze, 10 agosto 2013 - La Regione Toscana ha comunicato in una nota che due lotti di plasma destinati alla lavorazione industriale per la produzione di farmaci plasmaderivati sono stati trovati reattivi al test Hcv-Rna (epatite C). La segnalazione è partita dal Centro Nazionale Sangue, ente responsabile di eseguire i test su tutte le donazioni. La Regione rassicura però: ''I due lotti, tutti i prodotti e gli intermedi di lavorazione derivati sono stati identificati, bloccati e non sono stati utilizzati, quindi non sussiste nessun pericolo di trasmissione del virus''.

La notizia era stata pubblicata dal sito Firenze Post. ''Uno dei pool in oggetto - spiega la nota della Regione - deriva da plasma raccolto in Toscana in aferesi, l'altro deriva da plasma raccolto in Toscana e Friuli Venezia Giulia da sangue intero che sono confluiti in un unico ordine di processo di frazionamento. I campioni sono stati oggetto di test di approfondimento risultati positivi a cura del Centro Nazionale per la ricerca e la valutazione dei prodotti immunobiologici (Crivib) dell'Istituto Superiore di Sanità''.

''La priorità in questa fase, di concerto con il Centro Nazionale Sangue e l'Istituto Superiore di Sanità, e con la collaborazione di tutte le strutture trasfusionali - aggiunge la nota - è la ricostruzione di come questa rarissima evenienza possa essere accaduta e i conseguenti provvedimenti tecnici. La Regione Toscana ha insediato uno specifico gruppo di lavoro per la gestione dell'evento''.

''Il sistema sangue italiano - conclude la nota - che pone la massima attenzione alla qualità e alla sicurezza, ha dimostrato anche in questo caso di saper intercettare i problemi che si presentano, prima che si trasformino in pericoli per la salute. Ciò non minimizza la rilevanza del problema, sia dal punto di vista etico per la non utilizzazione del plasma generosamente donato da tanti donatori, sia dal punto di vista organizzativo ed anche del danno economico''.