Roma, 25 giugno 2013 - Incontri sessuali con ragazzi (minori e non), quasi sempre di nazionalità romena, che potevano avvenire anche nei locali di una chiesa. Incontri per i quali le giovani vittime, spesso in difficoltà economiche e senza il supporto della famiglia, ricevevano somme tra i 150 e i 500 euro.

Sulla denuncia choc presentata ai carabinieri l’8 marzo scorso da don Patrizio Poggi, sospeso ‘a divinis’ dopo la condanna definitiva a 5 anni per violenza sessuale (finita di scontare nel 2008), la procura di Roma sta lavorando per individuare riscontri e capire se i nove religiosi tirati in ballo abbiano effettivamente un ruolo in questo giro di pedofilia.

Don Poggi si sarebbe deciso a raccontare tutto all’autorità giudiziaria perché animato “dal dovere di tutelare la Santa Chiesa e la comunità cristiana essendo a conoscenza di gravi fatti che ne minano l’integrità e le normative canoniche e penali”. La sua collaborazione sarebbe maturata “dopo una lunga riflessione interiore e dopo un percorso doloroso di abusi e soprusi che ho superato grazie alla fede che mi guida e non sono mosso da rancori o rivalse nei confronti di alcuno in quanto sacerdote”.

Intanto, però, i religiosi chiamati in causa da don Poggi lavorano nelle parrocchie dei quartieri della Pisana, della Magliana, della Pineta Sacchetti, della Cassia, dell’Alessandrino, e di San Giovanni.

Due hanno attualmente incarichi importanti e uno fa l’insegnante di religione (e venne anche sfiorato da una vecchia indagine sulla pedofilia).

Don Patrizio ha puntato il dito contro ex carabiniere, che, coinvolto in un altro filone sulla prostituzione minorile, patteggiò la pena. Proprio l’ex militare è stato indicato nella denuncia come “l’oganizzatore e il promotore di incontri e attività legate alla prostituzione maschile, e in particolare minorile, attraverso la quale reperisce soggetti anche minori che introduce in Italia e che mette a disposizione di clienti tra i quali sacerdoti”.

L’ex carabiniere avrebbe incontrato e selezionato ragazzi dalle storie disperate all’interno di un locale vicino alla stazione Termini. Stesso ‘modus operandi’ sarebbe stato attribuito al gestore di un’agenzia di modelli e attori e all’amministratore contabile di una parrocchia che, invece, avrebbero reclutato i giovani in locali e discoteche frequentate da omosessuali, in saune e centri benessere.

Stando a don Poggi, l’ex carabiniere, poi, sarebbe coinvolto “nel commercio clandestino di ostie consacrate acquistate da aderenti a sette sataniche”. Il religioso ha persino raccontato di aver subito molestie negli anni Ottanta quando era seminarista a Firenze: l’autore degli abusi sarebbe “un prete che - si legge nella denuncia mostrata questa sera dal tg de La7 - aveva tra i suoi fedeli anche Pietro Pacciani e Mario Vanni”, i compagni di merende coinvolti nell’indagine sugli omicidi del mostro di Firenze.