Firenze, 6 marzo 2013  - Assoluzione per 6 imputati su sette. E' questa la sentenza, arrivata dopo quasi otto ore di camera di consiglio, del processo sulla trasformazione urbanistica di Castello, l'area di 170 ettari edificabili a nord di Firenze. L'ex presidente onorario di Fondiaria Sai, Salvatore Ligresti, e l'ex assessore di Palazzo Vecchio Graziano Cioni sono stati assolti perché ''il fatto non sussiste'' al processo sulla trasformazione urbanistica dell'area di Castello a Firenze.

Condannato a un anno l'altro ex assessore della giunta Domenici, Gianni Biagi.

Biagi è stato condannato solo per abuso d'ufficio e turbativa d'asta e interdetto per un anno dai pubblici uffici. La pena però è stata sospesa e non ci sarà menzione. Il giudice Francesco Maradei ha poi assolto anche Fausto Rapisarda, Gualtiero Giombini e Marco Casamonti oltre ad Aurelio Fontani, Fondiaria-Sai, Europrogetti e Archea Associati.

Il presidente della II sezione penale del tribunale di Firenze Francesco Maradei, che ha invece assolto dall'accusa di corruzione i sette imputati al processo sulla trasformazione urbanistica dell'area di Castello, tra i quali Salvatore Ligresti e l'ex assessore di Palazzo Vecchio, Graziano Cioni, ha disposto il dissequestro di tutti i beni immobili. Si tratta di un'area di 168 ettari alla periferia nord-ovest di Firenze sotto sequestro da 5 anni, che ora sarà restituita ''agli aventi diritto''.
 

L'accusa, sostenuta dai pm Giuseppina Mione e Gianni Tei (oggi alla lettura della sentenza era presente anche il procuratore Giuseppe Quattrocchi), aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi per Ligresti, 4 anni e 6 mesi per l'ex assessore all'urbanistica di Firenze Gianni Biagi e 2 anni e 2 mesi per Cioni. Sempre con l'accusa di corruzione erano state chieste condanne a 4 anni e 4 mesi per Fausto Rapisarda e a 3 anni per Gualtiero Giombini, entrambi dirigenti di Fondiaria-Sai, e 3 anni e 6 mesi per il progettista Marco Casamonti. Assolto dall'accusa di finanziamento non trasparente dell'attivita' politica di Cioni anche l'imprenditore Aurelio Fontani, per il quale i pm avevano chiesto 8 mesi.