Firenze, 19 febbraio 2013 - CHIUDERÀ il 2 marzo Foot Locker, il marchio di scarpe che si affaccia su via dei Calzaiuoli. «Perché — spiegano con amarezza alcuni dipendenti — non siamo stati giudicati all’altezza di affacciarci su questo pezzo di città». Alcuni verranno spostati nelle altre due sedi del brand, ai Gigli e in Borgo San Lorenzo, per altri si prospetta addirittura un cambio di regione. «Non è giusto», si lasciano andare. Proprio all’angolo, in via Orsanmichele, la settimana scorsa ha chiuso il punto di ristorazione adiacente. Le voci che si rincorrono sono tante, tutte parlano di un nuovo grande arrivo che occuperà tutti e due i locali, un brand internazionale, ma per ora non c’è ancora niente di definito. La geografia commerciale del centro di Firenze sta cambiando tanto che basta davvero qualche settimana di distrazione per non ritrovare più la stessa fotografia.
BASTA PENSARE che Prenatal, il negozio per mamme e future mamme e bebè di via Brunelleschi, dal 3 marzo si trasferirà a Sesto Fiorentino mentre Gerard, il brand di abbigliamento di via Vacchereccia ha chiuso per riaprire a giugno nei pressi di via Vecchietti. Al posto di Cresti, la celebre boutique di via Martelli, a marzo aprirà Mephisto mentre, poco più avanti, dove c’era Teorema, la boutique famosa per le penne stilografiche, arriverà un centro Wind. Per non parlare di via Por Santa Maria come via Roma e tutte le strade che incrociano: ormai sono la patria dei gelati gonfiati, delle pizze a taglio e dei menù all inclusive. Tra le bandierine di Coca Cola e i chilometrici tubi di meringhe, sono pochi i negozi storici che resistono a questa triste moria. E’ quello che è successo alla Libreria Edison, costretta a chiudere i battenti sotto le logge ottocentesche di piazza del Repubblica ma anche alla storica Martelli della via omonima dove aprirà a fine giugno Eataly o alla piccola libreria del Porcellino dirimpetto all’omonimo mercato.
LO STESSO destino condiviso, sempre in via Martelli, dalla boutique Raspini. Un’altra mazzata all’albo degli esercizi storici fiorentini arriva da via Cavour: con la chiusura dell’argenteria Cavurotto, fondato nel 1919, il negozio ha sempre trattato oggetti artigianali di argenteria e gioielleria di stile tradizionale fiorentino. Per non parlare di Romano, il marchio della fiorentinità, un piccolo impero delle scarpe e delle borse che, neanche troppi anni fa, contava otto punti vendita, ha riaperto in via Liberale da Verona, zona Talenti, sotto forma di outlet. Una rivoluzione tra chi chiude e chi apre, che polarizza sempre di più lo shopping fiorentino tra vecchie botteghe e ‘maison’ emergenti.
Rossella Conte
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