di ILARIA ULIVELLI
Firenze, 14 febbraio 2013 - La questione dell’appropriatezza degli esami, del taglio delle richieste inutili per ridurre la spesa pubblica e per meglio far funzionare il sistema sanitario, con liste d’attese più snelle, è dibattuta da anni. Ora siamo alla resa dei conti. L’obiettivo dell’assessore regionale al diritto alla salute, Luigi Marroni, è dimezzare. Anzi, di più, ridurre del 60% gli esami che non servono: principalmente tac e risonanze magnetiche. Stando ai numeri e ai criteri dell’appropriatezza, su 400mila prestazioni erogate in Toscana nel 2012, per stare dentro al progetto, se ne dovranno cancellare 200mila.


I PRINCIPALI partner della Regione nel raggiungimento dell’obiettivo sono i medici di famiglia, ai quali maggiormente i pazienti si rivolgono per ottenere le richieste e potersi sottoporre agli esami. Ma anche gli specialisti che, dopo aver visitato il malato, non di rado, lo rimandano dal suo medico di famiglia per il rilascio dell’impegnativa. Una cosa che ingenera non poche polemiche tra medici, anche perché in tempi di magra, come questi, ognuno ha un budget da rispettare.
 

L’Asl di Firenze è già partita con il percorso che prevede l’assegnazione di priorità, un po’ come i codici d’accesso al pronto soccorso, il cosiddetto triage. Cosa succederà: l’iniziativa è già stata sperimentata, con successo, lo scorso anno a Empoli. Ha fatto scendere il numero degli esami. E ha alleggerito le liste d’attesa. Da gennaio il progetto è stato esportato a Pontedera e la prossima Asl dove partirà sarà quella fiorentina che si è già messa in moto per definire i termini della questione con i medici.
 

IL PROTOCOLLO prevede che i medici definiscano il tipo di esame richiesto in base a quattro classi di priorità, con indicazione del tempo massimo di erogazione della prestazione da parte dell’Asl. La prima classe è l’urgenza, alla quale il sistema sanitario pubblico dovrà rispondere entro 72 ore, la seconda classe è l’esame da erogare entro quindici giorni, la terza entro un mese, la quarta senza fretta.
 

Per far questo, l’azienda sanitaria fiorentina sta organizzando specifici corsi che coinvolgeranno tutti i medici di famiglia e tutti i medici specialisti. La Regione ha stanziato 540mila euro da destinare alle tre Aree vaste della sanità impegnate a riorganizzare il sistema delle prenotazioni che si dovrebbe avvalere anche di un nuovo Cup centralizzato, dotato di un software aggiornato, per consentire ai pazienti di individuare il primo appuntamento disponibile anche al di fuori dell’azienda sanitaria di appartenenza.
 

Il direttore generale dell’Asl Paolo Morello conta di poter risparmiare su questa partita di giro, almeno 3 milioni di euro. Nel 2012 l’Asl di Firenze ha eseguito circa 22.000 tac e 20.900 risonanze magnetiche, per un costo complessivo che si aggira intorno ai 6 milioni di euro. L’obiettivo di dimezzare in nome dell’appropriatezza farebbe risparmiare 3 milioni di euro. O anche di più.
 

Perché nell’assegnazione di codici di priorità non rientreranno solamente tac e risonaze magnetiche ma, in un secondo tempo, anche ecocolordoppler venosi e arteriosi, ecografie e mammografie (l’esame che prevede le più lunghe liste d’attesa insieme alle risonanze magnetiche).
 

NELLA BATTAGLIA sull’appropriatezza delle richieste (oltre il 60% delle richieste di tac al ginocchio e alla colonna vertebrale sono state giudicate inutili), Vittorio Boscherini, segretario regionale Fimmg, la federazione che raggruppa la maggioranza dei medici di medicina generale, difende la categoria. «Dati alla mano è facilmente dimostrabile che le prescrizioni inappropriate siano figlie soprattutto della medicina difensiva — spiega —. Ovvero sono esami prescritti soprattutto in sede ospedaliera, da professionisti che per tutelarsi da eventuali beghe legali, con i contenziosi in continuo amumento, preferiscono far fare ulteriori accertamenti».