Firenze, 18 gennaio 2013 - «QUANDO sono arrivato a Firenze mi sono imbattuto in una categoria che mi era sconosciuta: l’urbanistica contrattata. Ma l’urbanistica non si contratta, è regolata dalla legge, il solo strumento a cui si deve ispirare». In questi anni fiorentini il procuratore Giuseppe Quattrocchi ha imparato a conoscerla bene, l’urbanistica contrattata. La conosce, la evita e cerca di combatterla con tutti i mezzi che il suo ruolo gli impone. E a chi gli ha riportato la battuta sul fatto che, a Firenze, l’urbanistica, la fa la procura, Quattrocchi ha risposto con un sorriso: «Non è mica colpa della procura se i fatti violano le norme».
 

 

E DI FATTI in violazione delle norme urbanistiche, Firenze negli ultimi anni ne ha visti a manciate. Molti ‘grazie’ alla sperticata attività della celebre ‘Quadra’, la famigerata società di progettazione edilizia all’ombra della quale sarebbe nato un abnorme sistema di favori e corruttele fra politici, imprenditori e professionisti. Il processo è in corso. Ma di aree sequestrate dalla magistratura, in questi anni, se ne sono viste un bel po’. Prima di tutte, l’area di Castello. Che da anni, peraltro, resta sempre sottoposta ai sigilli della magistratura. E a chi si stupisce, è la procura stessa che laconicamente risponde: «Ma se nessuno chiede il dissequestro...». Anche il Forte Belvedere, tragico teatro di due giovani morti in altrettante cadute dall’alto dello stesso bastione, resta off limits in attesa di una messa in sicurezza che non si riesce ancora a capire come sarà. Molto spettacolare, ormai vari anni fa, fu il blitz alla Fortezza da Basso dove vennero messi i sigilli a otto padiglioni considerati abusivi dalla procura. Dopo una lunga battaglia e pronunciamenti opposti di vari giudici, poche settimane fa sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui il tribunale di Firenze aveva assolto la giunta Domenici: nessun abuso perché «le condotte» dell’ex giunta di Palazzo Vecchio mirarono «a perseguire esclusivamente finalità di pubblico interesse» come «la prosecuzione dell’attività fieristica». I padiglioni, dunque, erano in regola.

 

UN ESITO che al momento stanno sperando i vertici della Rari Nantes, cui il pm Bocciolini prima e il gip Monti in conferma poi hanno sequestrato la piscina e altre parti dell’impianto in riva all’Arno. Una esatta replica di quanto già visto nei mesi scorsi al Torrino di Santa Rosa. E poi il sequestro al Prosperius in costruzione sulle colline di Firenze e sequestri in vari cantieri privati in giro per la città, fino ad arrivare là dove nessun era mai giunto finora: i sigilli al «talpone» dell’alta velocità a Campo di Marte. Per i soliti bene informati, ovviamente, era solo questione di tempo.
 

Gigi Paoli