Firenze, 26 ottobre 2012 - LA SPENDING review della Regione si abbatte sulla sanità privata. «Ci hanno annunciato che nel 2013 saranno chiuse tutte le convenzioni con i 200 centri diagnostici della Toscana: significa che un milione di prestazioni, tra analisi di laboratorio, visite specialistiche ed esami, ricadranno sul sistema sanitario pubblico. Con un costo che non potrà essere un risparmio per le casse regionali, visto che alle strutture private per questa mole di lavoro arrivano 92 milioni di euro all’anno. E con un danno per i cittadini che vedranno allungarsi le liste d’attesa nel sistema pubblico». Annunciano battaglia Maurizio De Scalzi, presidente di Aiop Toscana (l’associazione dell’ospedalità privata) e Francesco Matera, presidente sezione Case di Cura di Confindustria Firenze.

 

«Il contributo della sanità privata alla sanità pubblica incide sulla spesa regionale per il 3,2% del bilancio, uno dei dati più bassi d’Italia. Non potremo accettare di scendere sotto la soglia dei 235 milioni di euro che ci vengono finanziati annualmente a fronte di una spesa sanitaria regionale di oltre 7 miliardi. Per noi significherebbe il fallimento. Con oltre tremila addetti che rischiano il posto di lavoro». Sono drastici i vertici della sanità privata di Confindustria, ma le convenzioni scadono il 31 dicembre.
 

NON c’è molto tempo per le contrattazioni. Mostrano i numeri. E contestano il fatto che sia stato disatteso l’accordo triennale siglato nel 2011 dall’allora assessore regionale alla sanità Daniela Scaramuccia che prevedeva l’integrazione tra sistema sanitario pubblico e sistema sanitario privato. «Un accordo che con la spending review è diventato carta straccia, ma noi vogliamo dimostrare con le cifre che siamo un valore aggiunto per la sanità pubblica e non una spesa da abbattere».
 

«A FIRENZE, con i medici che rientrano a fare attività intramoenia all’interno degli ospedali, Villa Donatello rischia concretamente la chiusura», dice De Scalzi. «E non possiamo accettare tutti i tagli che dequalificheranno le nostre strutture, cancellando l’alta complessità, trasformandoci in affittacamere: dovremmo infatti ospitare nei nostri ospedali, per il 75%, medici del sistema sanitario pubblico. I direttori generali delle aziende tagliano, per tenersi il posto. Ma andando avanti così la Regione finirà per spendere di più, con la fuga dei pazienti verso altre regioni che dovranno essere rimborsate dalla Toscana».