Firenze, 8 settembre 2012 - «ORA ASPETTO i contenuti». Parola di Tiziano Renzi. Non un omonimo, ma il politico Renzi (un Dc di lungo corso poi accasato Pd), babbo di Matteo. Che stasera sarà lì, anche lui, in mezzo all’attesa folla della festa democratica alle Cascine. Sarà lì, anche lui, tra gli esaminatori. Diciamo la verità, per Matteo Renzi, il derby in casa Pd di stasera sarà il test più importante prima di salire sul camper a caccia di consensi in giro per l’Italia. Il termometro degli umori dell’elettorato che lo conosce meglio, che lo vede governare, che assiste, dalla sua prima uscita, alla sua arrembante scalata. Un elettorato esigente che, come babbo Renzi, aspetta i contenuti, qualcosa che convinca davvero.


DOPO tanti slogan, dopo molte battute, dopo ripetuti attacchi al sistema più che decrepito, per lui morto. Alle Cascine, stasera, un imponente servizio d’ordine. Perché, non si mai, in mezzo alla marea. Qualche fischio c’è anche da aspettarselo al culmine di una serie di attacchi ad alto volume dalla nomenklatura. E ci sarà la protesta dei dipendenti comunali. Quella della base, non dei dirigenti.


IMPAURITO? Nemmeno per sogno. Ci pensano gli altri, a farlo per lui. Tipo Bobo Craxi: «L’operazione Renzi è di una spregiudicatezza preoccupante — dice —. Certo che, se tra gli interlocutori e sponsor americani del candidato-leader del centrosinistra si è appalesato persino Mike Ledeen, l’esponente più reazionario della destra ‘neocon’, c’è da preoccuparsi per il carattere spregiudicato e trasversale di questa operazione». Squillano le trombe della paura. Alessandra Moretti, dalla direzione nazionale Pd, mette sull’avviso Matteo Renzi: «Attento Matteo, i potenti del centrodestra ti stanno usando per far male al Pd». A casa Renzi, invece, il debutto si aspetta con serenità. «Non andrò a Verona né da altre parti, seguirò Matteo su internet, da spettatore. E da tifoso».
 

TIZIANO, ha dato qualche consiglio a suo figlio? «Conosce figli di quell’età che ascoltano i consigli dei genitori? Lui assomiglia alla mamma, ha preso da me la passione politica, ma è più bravo di me». Tiziano Renzi trasuda orgoglio. «Non sono orgoglioso solo di lui, io ho un altro figlio che si chiama Samuele e ha scelto di andare a fare il medico in Svizzera. Lo stimo per la scelta che ha fatto. E sono orgoglioso delle mie due figlie. Sono orgoglioso di loro forse più che di Matteo. Anche se il termine orgoglio non mi fa impazzire».
Un figlio con una carriera folgorante, diretto nell’empireo nella politica. Pur in mezzo a mille polemiche. Un padre, segretario del Pd a Rignano sull’Arno. Si sente ‘messo in ombra’ da suo figlio, di solito in Italia dobbiamo lamentarci del contrario?
 

RIDE Tiziano Renzi. «Ho una concezione di luce e ombra molto personale. Ho la presunzione di sapere che la luce non è solo quella che si vede. In ogni caso io nella Dc ero considerato un comunista e tra i comunisti un democristiano. Sono sempre stato ai margini». Ma condivide la scelta di Matteo? «Sono felice se mio figlio è felice. Felice come un padre». Politicamente si trova d’accordo con lui? «Totalmente». E se non fosse suo figlio? «Sarebbe lo stesso».