Firenze, 9 agosto 2012 - AVEVA due passioni nella vita, il tennis e il diving. La prima gli ha dato da vivere, la seconda da morire. Aveva 52 anni Stefano Di Cioccio molto conosciuto nell’ambiente del tennis di cui era buon maestro e apprezzato giudice di sedia a livello nazionale. Adesso era direttore tecnico dell’Us Albor Grassina.

 

Da qualche giorno si trovava sul Mar Rosso in vacanza, a Sharm El Sheikh, un paradiso per chi ama immergersi in fondali rimasti incontaminati perché rigidamente protetti e cogliere in silenzio il movimento del mare e delle sue creature.

Chi si immerge sa cosa vuol dire, chi non lo fa può immaginare che questa sia una vera e propria passione. Stefano Di Ciccio è morto in silenzio probabilmente nel corso della risalita, forse per una embolia, oppure, per un malore. Quando è stato soccorso non c’era più nulla da fare. Era partito da solo, lasciando a casa la moglie Tatiana e il figlioletto di 16 anni perché ogni tanto coltivava questa passione ‘solitaria’. Certo era con un amico sub perché le immersioni non si fanno mai da soli, per sicurezza. Ma anche questa precauzione è stata inutile, come i soccorsi. L’incidente è avvenuto lunedì intorno alle 12 ora di Firenze e circa un’ora più tardi è stata informata la famiglia. E’ crollato un mondo. E piano piano la terribile notizia si è diffusa anche tra gli amici dello sport, nel mondo del tennis, che si è stretto attorno alla moglie, che era al lavoro quando ha saputo della tragedia. La salma rientrerà in Italia domani all’aeroporto milanese di Malpensa.
 

 A STEFANO la passione per il tennis era nata da giovanissimo, da quando tirava le prime racchettate sui campi in terra rossa nella zona di Peretola. Poi la carriera da professionista, anzi da maestro di tennis, iniziata al Dopolavoro ferroviario dove è rimasto qualche anno, anche per rendersi conto da vicino di quel che il mondol del tennis da insegnare poteva offrire.
Di Cioccio si è trasferito poi a Quercianella dove ha avuto gran successo come istruttore. Quindi il ritorno intorno al 2000 al circolo di tennis della Flog del Poggetto dove è rimasto per sei anni. Nel 2006 l’arrivo all’Us Albor Grassina dove è diventato direttore tecnico.
 

Nella grande rete gli amici sportivi lo stanno salutando da un paio di giorni con accorati ricordi. Stefania scrive: «Sei stato un grande maestro e un ancor più grande amico». Patrizia: «Ciao Stefano... eri davvero una persona squisita.. la Sub Way ti ricorda con affetto!!». Alberto: «Ciao Stefano, abbiamo iniziato insieme al dlf e abbiamo giocato mille singolari e doppi in gioventù ….. Un ultimo abbraccio». Paolo: «Ciao vecchio compagno di doppio e della nostra gioventù…scorrono tutti i ricordi del passato tennistico vissuto insieme». Andrea_N. scrive: «Ciao Stefano, ti ricordo sorridente a Quercianella». Matteo: «Ciao Maestro, grazie per l’aiuto che ci hai dato, e per i momenti passati insieme, GRAZIE!!!». Francesco: «Ero amico del tuo babbo Carmine, ti ricordo ancora ragazzo di 15 anni. Eri una brava persona e un grande sportivo».
 

La Uisp Lega Tennis, di cui era consigliere regionale: «La sua scomparsa rattrista non poco quanti hanno avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo, non solo per il suo impegno sportivo, ma anche per il tratto umano e signorile che contraddistingueva i suoi comportamenti. Tutti i maestri e tutti i dirigenti della Uisp Lega Tennis sinceramente commossi, si uniscono nel ricordo e nel rimpianto dell’indimenticabile Stefano».
Ciao Stefano, maestro nel tennis come nella vita e per molti giovani modello di passione pura per lo sport, persona da cui cogliere questo gioioso approccio con la vita all’aria aperta, i principi della sana competizione e della crescita in armonia con la natura.