Firenze, 5 luglio 2012 - Confermate in via definitiva le condanne per falso aggravato inflitte agli alti funzionari di polizia coinvolti nei fatti di violenza avvenuti alla scuola Diaz di Genova, il 21 luglio 2001. Lo ha deciso la quinta sezione penale della Cassazione, confermando la condanna a 4 anni inflitta a Giovanni Luperi e Francesco Gratteri, quella a 5 anni per Vincenzo Canterini, nonche' le pene, pari a 3 anni e 8 mesi, inflitte a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini. Prescritti, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all'epoca dei fatti.

Filippo Ferri, capo della squadra mobile di Firenze, allora in servizio a La Spezia, fratello del magistrato Cosimo Ferri e figlio dell'ex ministro Enrico Ferri (famoso per aver introdotto il limite dei 110 all’ora in autostrada).

Ferri fu assolto in primo grado. La corte di appello aveva invece ribaltato quella sentenza, condannandolo a 3 anni e 8 mesi. E' accusato non di violenze ma di aver firmato il verbale di arresto. Se a Suprema corte confermerà la decisione dei giudici d'appello, oltre all'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, scatterà una sanzione disciplinare: la più grave tra quelle previste dal regolamento è la radiazione.

I RICORSI IN CASSAZIONE  - Il collegio giudicante, presieduto da Giuliana Ferrua, ha iniziato la camera di consiglio subito dopo l'arringa dell'ultimo difensore degli imputati. La Cassazione deve esaminare i ricorsi presentati dalla Procura Generale di Genova, dall'Avvocatura dello Stato (in rappresentanza del Ministero dell'Interno, che in questo processo è responsabile civile) e dei poliziotti contro la sentenza della Corte d'Appello di Genova che, il 18 maggio 2010, aveva condannato venticinque imputati  - tra cui Filippo Ferri - a pene comprese tra i cinque anni e i tre anni e otto mesi di reclusione, con la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. In appello, poi, un imputato era stato assolto, mentre per due era stata dichiarata la prescrizione del reato. Il verdetto di secondo grado aveva ribaltato quello emesso dal Tribunale di Genova il 13 novembre 2008, quando solo tredici furono le condanne, mentre sedici imputati - dirigenti e alti funzionari della polizia - vennero assolti

GLI IMPUTATI - Tra gli imputati di questo processo, spiccano Giovanni Luperi, ex vice direttore dell'Ucigos e attuale capo sezione analisi dell'Aisi e Francesco Gratteri, all'epoca dei fatti direttore dello Sco e oggi capo della Direzione centrale anticrimine, entrambi condannati in appello a quattro anni per il reato di falso aggravato. La Cassazione dovrà esaminare anche le posizioni, tra gli altri, di Gilberto Caldarozzi (ex vice direttore Sco, oggi direttore dello stesso servizio), Filippo Ferri appunto, Spartaco Mortola (oggi capo della Polfer di Torino, all'epoca capo della Digos di Genova), condannati in appello a tre anni e otto mesi. La pena più alta inflitta dai giudici di secondo grado di Genova è quella a Vincenzo Canterini, condannato a cinque anni per falso: all'epoca era comandante del VII Nucleo Speciale della Mobile.

Il pg di Cassazione, Pietro Gaeta, nella requisitoria svolta diverse settimane fa, ha chiesto la conferma delle 25 condanne, ritenendo inammissibile anche il ricorso presentato dalla Procura Generale di Genova che chiedeva l'applicazione della Convenzione europea sulla tortura, per evitare la prescrizione del reato di lesioni contestato agli imputati.

IL BLITZ ALLA DIAZ - Oltre 60 feriti e 93 giovani, di cui molti stranieri, arrestati e poi prosciolti. Il blitz alla scuola Diaz, dove il Comune di Genova aveva alloggiato i no global del Genoa Social forum giunti nel capoluogo ligure per le manifestazioni contro il G8 del 2001, avviene nella notte tra il 21 e il 22 luglio, poche ore dopo la morte di Carlo Giuliani. Quasi 400 agenti di polizia fanno irruzione nel complesso scolastico, molti no global vengono picchiati, le loro facce insanguinate vengono ritratte in foto e filmati e fanno il giro del mondo. Molti degli arrestati verranno poi rinchiusi per giorni nella caserma di Bolzaneto, dove subiranno altre violenze. Contro di loro prove che si riveleranno 'false': il blitz, deciso a seguito delle devastazioni messe in atto dai 'Black bloc', verra' giustificato con il ritrovamento di due bottiglie molotov all'interno della Diaz, ma le indagini dimostreranno che erano state portate li' dall'esterno.


Finiscono sotto inchiesta agenti e alti funzionari: 29 vengono rinviati a giudizio, accusati a vario titolo di falso, arresto arbitrario, lesioni e calunnia. Il tribunale di Genova, il 13 novembre 2008, con una sentenza che sarà al centro di polemiche, assolve 16 imputati - funzionari e dirigenti - mentre ne condanna 13, poliziotti della Celere. La Corte d'appello genovese, però, ribalta il verdetto il 18 maggio 2010: 25 le condanne - tra cui quella di Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Vincenzo Canterini, Spartaco Mortola, Gilberto Caldarozzi, tutti alti funzionari di polizia - comprese tra i 5 e i 3 anni e 8 mesi di reclusione, con la pena accessoria dell'interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.

 Un processo 'parallelo', poi, ha riguardato l'ex capo della polizia, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni de Gennaro, accusato di aver istigato alla falsa testimonianza sulle violenze alla Diaz l'allora questore di Genova Francesco Colucci. De Gennaro, assolto in primo grado, ma condannato in appello a un anno e 4 mesi, viene assolto definitivamente da ogni accusa dalla Cassazione, che, nel novembre 2011, annulla la sentenza d'appello "perché il fatto non sussiste".