Firenze, 19 giugno 2012- La presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili, Giovanna Maggiani Chelli, ha definito la revoca al boss mafioso Antonino Troia del regime di carcere duro previsto dal 41 bis, stabilita dal tribunale di sorveglianza di Roma, come "un segnale devastante al Paese".

Maggiani Chelli ha proseguito: "Abbiamo dovuto arrivare a questo punto senza che nessuno sentisse l'esigenza di una nuova norma sull'applicazione del 41 bis, tranne noi vittime della mafia delle stragi del 1993. Sono giorni di disperazione per tutti noi che non riusciamo a trovare chiarezza nella trattativa a suon di 41 bis fra lo Stato e la mafia, nel 1993. Lo sappiamo benissimo che in questo Paese la mafia ha vinto, lo sappiamo dal 1993, quando abbiamo contato i nostri morti".

Ha poi concluso la presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage dei Georgofili: "Speravamo però in un riscatto da parte dello Stato, in tutti questi 20 anni, invece nulla è successo, i mafiosi vanno a casa e sulle casse dei morti di mafia si balla".

Il boss Antonino Troia sta scontando l'ergastolo a cui è stato condannato con sentenza definitiva per aver contribuito a fornire supporto logistico a Cosa nostra nell'organizzazione della strage di Capaci del 23 maggio 1992 in cui furono assassinati il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.