Firenze, 23 maggio 2012 - L’ALTA Velocità fiorentina è in un pantano. Per ora, non si scava. La talpa Monna Lisa è ferma al Campo di Marte, con il motore ancora spento. Il motivo è molto semplice: nessuno, al momento, sa dove piazzare i tre milioni di metri cubi di terra che il bestione dovrebbe «mangiare» dalle viscere di Firenze. C’è una delibera della Regione che di fatto vieta lo smaltimento, inzialmente dato per scontato, nel sito di Santa Barbara, a Cavriglia. «Mi sembra un problema gigantesco — dice Ornella De Zordo, capogruppo di Perunaltracittà in Palazzo Vecchio — le terre di scavo non possono essere portate nell’aretino, in quanto sono considerate rifiuti, quindi la talpa non può scavare». I lavori sarebbero dovuti iniziare a metà maggio ma il cantiere al momento è in stand by.


«SONO state trasportate qua e là per l’Italia alcune tonnellate di terre — spiega Tiziano Cardosi, leader del movimento anti-tunnel — ma di fatto, in questo momento, non esiste una soluzione al problema. Noi lo dicevamo da mesi, questa è un’opera folle». E a rafforzare le posizioni del fronte anti-Tav, sono scesi in campo anche alcuni esperti internazionali, riunitisi in Palazzo Vecchio per discutere dei problemi legati alla realizzazione del tunnel. Da loro è partita una lettera alle istituzioni locali, al presidente del Consiglio, Mario Monti ed al Commissario alla Spending Review, Enrico Bondi. Una lettera che invita il Governo a «fermare i progetti ferroviari legati all’Alta velocità perchè come «grandi opere» producono «un notevole aumento del debito pubblico» e renderebbero ancora di più «l’Italia bersaglio della speculazione internazionale». Tra i firmatari del documento, ci sono il critico Alberto Asor Rosa, da sempre in prima linea contro la Tav, e l’ex direttore della scuola Normale di Pisa, Salvatore Settis. Al di là dell’impatto «devastante», si legge ancora nella lettera inviata al Governo, che i due progetti avrebbero sul capoluogo toscano e sulla Val di Susa, «la situazione delle finanze dello Stato italiano ne sconsiglia la realizzazione». A spalleggiare Asor Rosa e Settis, i professori Hermann Knoflacher del politecnico di Vienna, Heiner Monheim dell’Università di Treviri e Rolf Monheim dell’Università di Bayreuth che hanno sottolineato come «anche in Germania la realizzazione di una simile opera ha creato notevoli problemi».
 

A COLONIA un edificio storico è crollato, mentre a Stoccarda il problema dello smaltimento ha procurato grattacapi infiniti alle autorità locali. «La realizzazione della Tav è un’opera perversa — ha ribadito ieri Asor Rosa — e la lettera che presentiamo oggi (ieri ndr) testimonia che chi vi si oppone non lo fa per interessi localistici, ma perchè crede in un modo diverso, più umano e sostenibile di concepire i trasporti e gli interventi infrastrutturali».
Intanto sta partendo un’indagine demoscopica sulla realizzazione del nodo dell’Alta velocità. Il sondaggio, curato dalla societa’ Valmon punta ad aggiornare il quadro del livello di conoscenza, delle aspettative e delle preoccupazioni dei fiorentini sulla realizzazione del sottoattraversamento. Si svolgerà nelle prossime settimane con 2.400 questionari a intervista telefonica, di cui 1.200 a persone residenti lungo il tracciato del tunnel. Il report del sondaggio sarà utilizzato per meglio orientare modalità e contenuti dell’attività di comunicazione che accompagnerà i lavori. 

di EMANUELE BALDI