Firenze, 13 marzo 2012 - IL PD FIORENTINO oscilla fra «silenzi assordanti» e «riflessi lenti», quello nazionale farebbe bene a domandarsi «che cosa non è andato bene fino a questo momento nel suo progetto iniziale». L’ex sindaco di Firenze, l’europarlamentare Leonardo Domenici spara alzo zero sul suo partito a Roma e in riva d’Arno.

 

«Il problema è che oggi la prima cosa che devi mettere davanti a te in politica é vedere se quella cosa lede o no i tuoi interessi personali, le tue finalità. Manca completamente una dimensione collettiva di dibattito e di discussione. Io credo che il Pd dovrebbe domandarsi che cosa non è andato bene fino a questo momento in un progetto iniziale nel quale io ho creduto e continuo a credere». Giudizio senza appello. Ma Domenici ha il dente avvelenato nei confronti di un partito che ha speso davvero poche parole per le vicende giudiziarie che lo vedono a vario titolo coinvolto.

 

Così durante durante la rassegna stampa di «Italia 7» di ieri mattina intervistato dal conduttore Massimiliano Mantiloni, dal caporedattore dell’Ansa Toscana, Stefano Fabbri, dal capocronista de La Nazione, Luigi Caroppo e dal direttore del Nuovo Corriere di Firenze, Alessandro Rossi, Domenici ha risposto nel suo stile: diretto e senza giri di parole.
 

L’AMAREZZA più profonda è sul grande tema dell’urbanistica. In queste settimane Domenici è stato chiamato a testimoniare al processo sull’area di Castello. E sotto processo i magistrati hanno finito col mettere tutta l’urbanistica fiorentina degli ultimi dieci anni quelli del suo governo. La polemica gira intorno alla definizione di «urbanistica contrattata» che il procuratore Giuseppe Quattrocchi ha usato per l’urbanistica fiorentina in una intervista a Repubblica.

 

«Mi auguro che i questa città — accusa Domenici — ci sia la volontà di aprire un dibattito per capire tutte le implicazioni. Io credo si dovrebbe parlare di concertazione, che è consentita dalle normative vigenti. E ben diverso è l’ambito delle responsabilità penali personali». Unica voce solitaria e apprezzata quella del segretario metropolitano Patrizio Mecacci: «Ha fatto dichiarazioni che sembrano voler aprire un dibattito all’interno del Pd sulla riforma della giustizia, ma anche sul bilancio politico e amministrativo di dieci anni di esperienza di governo della città. Bene, la reazione finora è stata sconcertante alcune dichiarazioni si sono distinte per la loro imbarazzante pochezza».


Anche perchè sul tema dell’urbanistica Domenici ci tiene a rimettere i puntini sulle «i». «La questione dell’urbanistica cittadina in questi dieci anni, nonostante le strumentalizzioni fatte anche da parte politica, è già risolta. Se si esclude quello che io considero l’ultimo caso — precisa — che ha fatto scattare la mia replica, quello della Fortezza da Basso sul quale mi auguro riusciate a raccogliere il maggior numero di documenti per capire quale sia stata la condotta del pm che ha l’inchiesta».
 

«Non c’è un processo che riguardi gli atti della giunta e la correttezza degli atti amministrativi di dieci anni di governo — tuona Domenici — sull’urbanistica ci sono processi che riguardano singole persone le cui responsabilità penali andranno accertate, o altri aspetti come quello del processo Quadra che riguarda singole persone che non facevano parte della giunta se una questione si è posta è stata di natura politica politica perchè è stato coinvolto nel processo l’ex capogruppo del Pd». Al sempre più sordo Pd, ora, la risposta.