Firenze, 18 febbraio - «SE L’ITALIA che verrà parte davvero da qui, c’è proprio da stare freschi». Provano a buttarla sull’ironia i 370 rilevatori e coordinatori fiorentini coinvolti nel censimento 2012. «Assunzioni fantasiose, compensi rimandati a data da destinarsi, cottimo selvaggio, prestazioni non pagate, lavoro gratuito, disorganizzazione al top e, ciliegina sulla torta, formazione a nostre spese»: ecco cos’è stato per noi il censimento. Ma i lavoratori – di ogni età, visto che tra loro ci sono dipendenti comunali, studenti, precari e disoccupati, — hanno deciso di farsi sentire. Lunedì alle 15.30 si riuniranno in presidio davanti a Palazzo Vecchio.


«Le nostre richieste – spiega Giuseppe Cazzato, rilevatore nonché delegato sindacale del Comune, — sono molto semplici: intanto, chiediamo una revisione dei ridicoli compensi, un acconto sostanzioso, visto che l’amministrazione ha già percepito la prima tranche di soldi dall’Istat, la revisione dei contratti e, per noi dipendenti del Comune, una forma di pagamento che sia assimilabile allo straordinario». In più, a Palazzo Vecchio arriverà una formale richiesta di apertura di una trattativa. I lavoratori, che l’altra sera si sono riuniti in assemblea al Polo di Novoli, riferiscono che «ogni Comune d’Italia ha stabilito il modo in cui pagare i rilevatori». Ma se a Bologna sono stati stipulati contratti a tempo determinato, «a 1600 euro lordi», a Firenze si è deciso «di dare 5 euro lordi per ogni questionario rilevato». Peccato però che chi ad esempio s’è occupato del centro storico certi giorni non è riuscito a raccogliere più di 2-3 questionari. «Chi ha svolto il lavoro in una zona residenziale ha avuto vita più facile — nota Cazzato —. Invece là dove c’è una rotazione continua delle persone il mestiere di rilevatore diventa pressochè impossibile».


Ma gli ‘intoppi’ possono essere anche altri: «Ho impiegato due ore per compilare un unico questionario di una famiglia filippina — riferisce sempre Cazzato —. Tra le difficoltà legate alla lingua e perfino alle date di nascita di tutti i componenti del nucleo, il compito è stato gravoso». Come se non bastasse, poi, tutti i questionari consegnati dopo il 21 novembre verranno rimborsati la metà. I dipendenti comunali, che hanno svolto l’attività in orario extralavorativo, hanno calcolato di aver messo insieme non più di 300-350 euro. «In molti casi siamo dovuti ripassare più volte nelle case. E il lavoro si è concentrato all’ora di cena», aggiungono i lavoratori, che vedranno i pochi spiccioli che spettano loro «soltanto nel 2013, quando l’Istat avrà pagato l’ultima tranche al Comune». «Una situazione al limite dello sfruttamento — l’accusa —. Non è un caso che moltissime persone abbiano rinunciato subito all’incarico».