Firenze, 16 febbraio 2012 - Un asilo come un lager. Con la maestra che minaccia di morte  i bambini, che li rinchiude nello stanzino buio, che mostra loro  un coltello dicendo di non farla innervsire perché "non si sa cosa può succedere".


Sono una decina le piccole vittime della famigerata ‘aula rossa’ della scuola materna statale ‘l’Argingrosso’ in via Ussi 5, cinque delle quali si sono costituite parte civile in sede di udienza preliminare davanti al gip Erminia Bagnoli. E lei, giudice molto scrupolosa, dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno la maestra Elisabetta, 58 anni, difesa dall’avvocato Federico Bagattini, accusata dal pm Luciana Singlitico di aver «maltrattato minori a lei affidati minacciandoli reiteratamente di percuoterli, di ucciderli tutti, di farli piangere».

Non è stata formalizzata la sola accusa di maltrattamenti per la maestra Elisabetta, ma anche quella gravissima di sequestro di persona con l’aggravante di un reato commesso da una persona incaricata di un servizio pubblico. Martedì mattina dunque si è tenuta la prima udienza in camera di consiglio nel corso della quale l’avvocato Iodice ha chiesto la citazione del rappresentante pro tempore del Ministero dell’Istruzione e Università quale responsabile civile. Tutti gli altri avvocati hanno condiviso questa richiesta e il giudice l’ha accolta. Prossima udienza dunque il 24 aprile, alla quale sarà presente anche l’Avvocatura dello Stato per il Ministero. La giudice Bagnoli ha poi accolto la richiesta di costituzione di parte civile estesa al bambino e a entrambi i genitori formalizzata dall’avvocato Laura Barbetti.

LE PICCOLE vittime hanno età compresa fra i tre e i cinque anni e mezzo. Le indagini coordinate dal pm Luciana Singlitico e dal procuratore aggiunto Giuliano Giambartolomei sono state svolte dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia Oltrarno e della stazione di Legnaia. Gli investigatori si sono avvalsi di intercettazioni ambientali, di filmati.