Scandicci, 31 agoste 2011 - TRA GLI ULIVI spunta un bunker. Nella macchia di querce, scendendo poco più in basso c’è una trincea con camminamenti e ripari. Nel piazzale dove è stato allestito il centro di comando troviamo una buca, ricoperta con rami e filo spinato. Una gabbia per prigionieri, come nel film ‘Il Cacciatore’ dove De Niro viene rinchiuso in attesa dell’interrogatorio dei Vietcong con la brutale roulette russa. Siamo nelle campagne di Scandicci, a dieci minuti da Firenze, nel luogo che il contractor campano Antonio Cataldo rinchiuso nelle prigioni di Gheddafi avrebbe frequentato un corso d’addestramento. Il giovane di 27 anni, trovato dai ribelli assieme ad altri due «contractor» italiani, che si era imbarcato su un aereo per la Tunisia e al rientro in Italia ha raccontato il suo addestramento nelle campagne fiorentine ai carabinieri.

 

Il proprietario dell’area, Claudio Naldoni, nonché presidente dell’associazione VII R.A.I, non pare molto propenso ad assecondare questa presunta verità: «Qui arrivano persone esclusivamente per giocare — ha detto — le nostre sono simulazioni con armi giocattolo. Certo, le tecniche di combattimento sono le stesse che usano i militari, fa parte del gioco. Ma non mi parlate di campo d’addestramento. Non escludo che Cataldo sia venuto qui da noi; spesso organizziamo partite a squadre contrapposte con associazioni gemellate. Per questo è possibile che sia venuto a giocare a Roveta. Ma noi non addestriamo mercenari. Assolutamente no. Del resto è tutto pubblico, basta controllare il nostro sito www.settimoraicamp.it. La nostra associazione oltretutto è affiliata all’Asc, le associazioni sportive di Confindustria. E quando da quando abbiamo cominciato la nostra attività, era il 2007, abbiamo tenuto un contatto costante con le forze dell’Ordine, Questura e carabinieri proprio perché ci teniamo alla massima trasparenza».
 

QUELLO del softair è uno sport vero e proprio con tanti appassionati che scelgono di praticarlo per il fascino della guerra simulata e perché anche a livello di allenamento fisico è comunque abbastanza impegnativo. Certo è che l’attività dell’associazione, che conta una quindicina di iscritti, punta non solo all’organizzazione delle partite di softair. Dando un’occhiata al sito internet, alla sezione calendario si vedono i corsi organizzati tra maggio e agosto. A maggio in particolare si sono tenuti corsi di diritto islamico, pattuglia da combattimento, diritto internazionale umanitario. A giugno invece è stata la volta di pattuglia da ricognizione, ma soprattutto tiro dinamico, tiratore sniper (cecchino) e applicazioni tattiche degli esplosivi. A luglio si è tenuto il corso di combattimento in aree urbane, mentre ad agosto i ‘giocatori’ hanno sperimentato il corso di sopravvivenza. La sezione ‘addestramento militare’ nel sito invece è stata oscurata. E’ possibile dare un’occhiata attraverso la cache di google: si legge che si tratta di corsi rivolti a militari in servizio e civili appassionati di tecniche militari. Manca un avvertimento: i giochi di guerra sono divertenti finché restano giochi. E un conto è giocare ai simulatori sul computer , magari sperimentare sul campo coi fucili a pallini di plastica che usano qui a Scandicci. Un altro è rischiare la vita sul serio, tanto da finire in un carcere libico nel mezzo di una rivoluzione.