Firenze, 20 agosto 2011 - SI SFIORANO i mille euro solo per il primo giorno di scuola. Alessandro Margaglio e Mavila Gherardeschi, assistente tecnico scientifico all’Osservatorio di Arcetri lui, commercialista lei, hanno due figli. Il più grande, Tommaso, andrà in seconda liceo scientifico. Mentre Gabriele frequenterà la prima media. Per una famiglia media come la loro, le spese per il ritorno sui banchi di scuola «incidono per il 30% circa sul bilancio». 350 euro è il costo complessivo dei 16 testi che servono per la seconda liceo scientifico. Il più caro? Un doppio volume di inglese, che viene 33 euro. Alessandro s’è mosso a luglio per trovare qualcosa all’usato. Ma il bottino è stato magro: solo due libri. Considerato che lo sconto è del 45%, il risparmio è stato di 15 euro.

 

«Di questi tempi tutto fa – allarga le braccia il papà -. Purtroppo tra la riforma e le edizioni continuamente aggiornate, trovare ciò che serve di seconda mano è diventato sempre più difficile». La famiglia Margaglio ha avuto la conferma con Gabriele. Per iscriverlo in prima media vanno messi da parte 250 euro per l’acquisto di 14 libri. E altri 100 per i dizionari di italiano, inglese e spagnolo. «Se avessi trovato tutto all’usato avrei risparmiato 150 euro», calcola Alessandro. Un puro sogno, il suo. Perché alle medie i programmi sono stati completamente cambiati. Difatti all’usato ha trovato solo un libro di geografia. Ha risparmiato 6 euro e si è quasi pentito del tempo impiegato. Meglio orientarsi subito sul nuovo, insomma. «Oltretutto come soci Coop abbiamo il 15% di sconto sul nuovo», riflettono Alessandro e Mavila, che da genitori oculati hanno educato i figli all’«acquisto consapevole».

 

Nessuna rincorsa alla firma o alla moda del momento, ma «attenzione alla sostanza». In casa Margaglio poi si evita di comprare la cancelleria a stock perché «alla fine si ottiene l’effetto contrario, dato che il materiale sempre disponibile in abbondanza rappresenta un po’ un incentivo allo spreco». «Prendiamo ciò che via via serve», la filosofia di fondo. Stando attenti alle offerte della grande distribuzione, il quadernone si trova anche a cinquanta centesimi. L’astuccio si può portare via con pochi euro. Mentre per lo zaino è bene accantonare qualcosa in più, altrimenti «dopo un anno è da buttare». Sia Tommaso che Gabriele hanno optato per gli Eastpak. Cinquanta euro l’uno. E resistenza assicurata. E il diario? Il figlio grande è fedele a quello di Comix (12 euro). Mentre il piccolo vorrebbe la Smemoranda. Ma la sua scuola, il comprensivo Verdi, ha introdotto il diario unificato. «Costa 5-6 euro e contiene anche il libretto delle assenze e delle comunicazioni scuola-famiglia», spiega il babbo, che plaude alla scelta egualitaria e funzionale. Ma Gabriele storce il naso. «E’ bruttino». Ma per il resto i ragazzi Margaglio non badano molto all’estetica. «I quaderni? Basta che non siano femminili», alza le spalle Tommaso.

 

«Non ho particolari preferenze», gli fa eco il fratellino. E dato che i soldi non arrivano dal cielo, e che le spese per le attività sportive ed extrascolastiche non sono poche (oltre mille euro due anni fa per la pallanuoto e il rugby di Gabriele), per l’abbigliamento si risparmia. Capi che passano di fratello in fratello? «Qualche anno fa capitava», risponde Alessandro. Succede invece che il cellulare della madre passi al figlio minore. E che lo stesso avvenga col pc. Per i libri di lettura, poi, si va in biblioteca. «Così si frequenta pure un ambiente culturalmente stimolante», riflette il babbo.