Firenze, 17 luglio 2011 - È STATO soprattutto il silenzio a raccontare la tragedia di tre vite finite in un pomeriggio di follia e disperazione. Il silenzio della folla che ieri si è raccolta nella piccola chiesa di San Bartolo a Cintoia, per dare l’ultimo saluto a Simona Alessandroni e ai suoi figli Lapo e Letizia, di tre e undici anni, uccisi sabato scorso a Capannoli nel rogo con il quale la donna ha deciso di porre fine alla propria e alla loro vita. Il silenzio di tre bare bianche, che hanno sigillato per sempre anni di giochi e desideri, bisticci e abbracci. «Questo silenzio racconta più di ogni parola tutto il nostro dolore - ha evidenziato dall’altare il parroco, don Dino Fusi -. Siamo pieni di dubbi e di domande, ma la risposta può arrivare solo da Dio.

 

Non conoscevo personalmente Simona, ma che grido di disperazione ci ha lanciato. Un grido che ci ricorda la necessità di ascoltare gli altri, di capirne bisogni e debolezze.
Davanti al dolore folle, può esserci una sola risposta: l’amore folle e senza limiti che il Signore ci dona. Non dobbiamo mai dimenticare che Dio è sempre pronto ad abbracciarci ed accoglierci tutti, perdonando debolezze e peccati».
Accanto ai feretri, due famiglie distrutte e unite dal dolore. Il tragico gesto di Simona ha gettato nella disperazione il padre dei bimbi uccisi, Bruno, e il figlio dodicenne che l’uomo aveva avuto da una precedente relazione, ma che da tempo viveva insieme a lui e alla nuova famiglia a Lari. E ancora familiari e amici, i nonni paterni e quelli materni che, insieme ai due nipotini, hanno perso così tragicamente la figlia.
 

 

A conclusione della cerimonia, Lapo, Letizia e Simona sono stati ricordati dai loro conoscenti più stretti. «Siamo venute qui insieme alle maestre per salutarti - ha letto dall’altare una compagna di classe di Letizia, affiancata da altre amiche delle ragazzina - fin dal primo momento che ti ho vista ho capito che saresti stata la mia amica del cuore. Eri una persona speciale». «Ti ringrazio perché mi hai insegnato cosa vuol dire donare amore - è stato detto in ricordo del piccolo Lapo - ti ringrazio perché mi hai insegnato cosa vuol dire morire per amore». Agli amici di Santa Maria a Cintoia, dove Simona era nata e cresciuta e dove tuttora vivono i suoi genitori, è stato affidato il ricordo di questa mamma che, in un momento di disperazione, ha trascinato nella morte se stessa e i figli. «Ci dispiace se non abbiamo saputo starti accanto in questo ultimo periodo - ha detto un’amica dall’altare - gli impegni quotidiani e la distanza non ci hanno permesso di capire che avevi bisogno di noi. Amiamo ricordarti nei momenti felici, quando non riuscivamo a smettere di ridere e passavamo le giornate nei giardini di Santa Maria a Cintoia. Ma vogliamo ricordarti soprattutto per la donna e la madre splendida che sei sempre stata». E su una una corona si leggeva: «Resterete sempre nei nostri cuori».